mercoledì 27 maggio 2020

Storia di Luce



Il Mandala ci invita a "buttare fuori" le nostre storie e brancolando nel buio a volte le scopriamo. Ed allora scopriamo che Medicina è il Mandala e quale potente madicina è abbracciare il nostro Albero Genealogico. E' quello che è accaduto a Luce pochi giorni fa.
Storia di Luce
Lezione sui Mediatori. Spiego a Luce che nei Mediatori è nascosta la storia segreta dell’Albero Genealogico, quella che potrebbe rimanere occulta. Guardiamo insieme i 4 mediatori e mi accorgo che sono posizionati fra loro “a specchio”. Ci sta quindi che ci raccontino storie di cui una è riflesso dell’altra.
Appeso, Eremita, Eremita, Appeso.
Cominciamo a pensare a qualcuno che si è sacrificato, che non si è sentito radicato nel contesto familiare. Mentre parliamo ricordo che nel precedente incontro Luce mi ha raccontato di essersi sentita poco considerata dal Padre, dal fratello e dal marito. Questo le aveva procurato un senso di abbandono a cui, però, aveva reagito continuando a credere in se stessa. Ho cominciato a riflettere su quell’Eremita che essendo un V+IIII riassume in sé Papa ed Imperatore. Poteva quell’Eremita essere il simbolo della difficoltà incontrate da Luce nel rapporto con il maschile del suo Albero e avvertite nella sua vita attraverso le figure del Padre del fratello e del marito? Così siamo arrivate alla conclusione che, chissà quando, qualche Avo in famiglia si era sacrificato, forse si era sentito abbandonato e tutto questo era arrivato fino a lei che riviveva quel disagio, quella disarmonia. Mi risponde che questa interpretazione la trova plausibile e decidiamo di andare avanti.
Cominciamo ad analizzare i 4 mediatori e cominciamo da P6. Ci troviamo, quindi, di fronte ad un Appeso. Sceglie una delle domande indicate nella dispensa e per trovare la risposta le chiedo di mettere giù in una stesa Appeso con le sue riduzioni ed espansioni. Io, faccio la stessa cosa. Le guarda e mi dice…” lo vedo, è Imperatrice che blocca tutto. Mi sento il peso nella gola. Un peso che non va ne su e ne giù.” Le suggerisco di prendere Appeso in mano di chiudere gli occhi e di provare a vedere cosa questo Arcano le suggerisce. Mi dice che si sente stretta, le spalle sono rigide. Non può muoversi! Avverto la sua difficoltà a tenerlo fra le mani. Seguendo l’istinto le suggerisco di chiudere gli occhi e di sostituire fra le mani Appeso con Bagatto. Un sorriso luminoso le appare sul volto, dice “è bellissimo vedo la lemniscata…Bagatto è libero!” Sembra quasi divertita!!!
Dopo 2 minuti mi dice che ha ricordato qualcosa. Le chiedo se ha voglia di dirmelo e ricorda che poco dopo la sua nascita la mamma aveva avuto 2 gemelli che, però, in pratica erano nati morti. Da quello che capisco un parto troppo prematuro. Il padre aveva preso questi 2 feti e li aveva messi in 2 teche di vetro con una soluzione alcolica. Era questo il peso che le aveva mostrato Imperatrice (lei è sorella e non madre biologica) e di cui si era fatto carico. Forse un senso di colpa, forse paura, comunque un pianto o un grido trattenuto e bloccato in gola. Insieme riguardiamo i 4 mediatori ed osserviamo i 2 gemelli in P6 ed in P9 e i 2 Eremiti in P7 e P8. La storia comincia ad essere più chiara: con Eremita, lei doveva illuminare e dare così senso al breve passaggio nella famiglia di queste 2 anime. E se lei non si era sentita “vista”, toccava a lei ora scendere dalla Ruota delle ripetizioni psicogenealogiche e dire a quei 2 gemelli vissuti troppo poco “Io vi vedo”. Suggerisco a Luce di scrivere una lettera a quei fratelli. Di leggerla ad alta voce e di bruciarla. Di allontanarsi da casa e di liberare quelle ceneri in un atto di Gratitudine e di Amore.
Vuole continuare la lezione…per ultimo le chiedo di prendere l’Arcano che ha in P1, P9, P4. Nell’ordine SOLE, APPESO, CASA DIO. Ed ecco sintetizzata questa Storia.
Luce, con il suo Sole in P1 ha avuto l’intuizione e lo slancio di andare a cercare e trovare quei 2 fratelli al di la di quel muro che divide il visibile dall’invisibile. Come Castore fa con Polluce. Ed in P4 Ecco Casa Dio a mostrarle la strada percorsa oggi. Il blocco rimosso riesce a liberare la Casa da quella Corona che tutto teneva chiuso. I 2 feti erano chiusi nelle teche di vetro, il dolore era chiuso nella gola di Luce, il “non visto” dell’Albero si era mostrato nella sensazione di Luce di non essere vista. Tutto chiuso, tutto bloccato! Con Luce l’energia torna a scorrere come mostra Casa Dio nella sua immagine: i 2 gemelli, 2 Appesi danzano liberi fuori. Quando ho parlato a Luce della lettera mi chiede “se li libero saranno sempre con me?” Le rispondo di si…trasformati da lei in energia d’Amore e non come un nodo in gola e non con una sensazione di “non essere vista”. Liberando loro Luce ha liberato anche se stessa ed il suo Albero.

Cosa è il Mandala Terologico?

" Cosa è il Mandala tarologico?" " In cosa consiste lo studio di questo strumento?"..."A cosa mi serve?" Queste alcune delle domande che molto spesso mi vengono fatte. E questa la risposta, a mio avviso perfetta, trovata per caso ( ma Arc.VIII Giustizia già mi fa l'occhiolino e mi suggerisce che non esiste il caso!) girellando nel Web.E' una antica benedizione appartenente al popolo Messicano.Racchiude tutti motivi per cui è bellissimo affrontare il viaggio nel nostro Mandala Tarologico. Chi lo ha già fatto potrà darmi ragione!
“Ho liberato i miei genitori dalla sensazione di avere fallito con me.
Ho liberato i miei figli dal bisogno di rendermi orgogliosa; che possano scrivere e percorrere le loro proprie vie secondo i loro cuori, che sussurrano tutto il tempo alle loro orecchie.
Ho liberato il mio uomo dall'obbligo di completarmi.
Non mi manca niente, imparo per tutto il tempo, insieme a tutti gli esseri. Mi piacciano o non mi piacciano.
Ringrazio i miei nonni e antenati che si sono riuniti affinché oggi io respiri la Vita.
Li libero dai fallimenti del passato e dai desideri che non hanno portato a compimento, consapevole che hanno fatto del loro meglio per risolvere le loro situazioni all'interno della coscienza di quell’istante. Li onoro, li amo e li riconosco innocenti.
Io mi denudo davanti a tutti gli occhi, che sanno che non nascondo né devo nulla oltre ad essere fedele a me stessa e alla mia stessa esistenza, e che camminando con la saggezza del cuore, sono consapevole che il mio unico dovere è perseguire il mio progetto di vita, libera da legami invisibili e visibili che possono turbare la mia pace e felicità. Queste sono le mie uniche responsabilità.
Rinuncio al ruolo di Salvatrice, di essere colei che unisce o soddisfa le aspettative degli altri.
Imparando attraverso, e soltanto attraverso l’amore, benedico la mia essenza e il mio modo di esprimerla, anche se qualcuno potrebbe non capirmi.
Capisco me stessa, perché solo io ho vissuto e sperimentato la mia storia; perché mi conosco, so chi sono, quello che sento, quello che faccio e perché lo faccio.
Mi rispetto e approvo.
Io onoro la divinità in me e in te... siamo liberi.”

I guardiani del Giardino

Una delle più note immagini dell'Alchimia e della Cabalà può mostrarci un cammino ben noto e utilizzato dai mistici di ogni tradizione. Esso rappresenta l'uomo che cerca di penetrare la dimensione spirituale, restando ancorato a quella fisica, di cui intuisce una radice nei mondi superiori. I testi di alchimia e Cabalà descrivono ampiamente l'aspirazione umana a riscoprire, a passare da Malkut a keter, a ritrovare e riconoscere le scintille di Luce disperse nella Natura, usata come la scala di Giacobbe, per riconnettersi al mondo divino ed Archetipo.Forse oggi, di fronte alle drammatiche conseguenze per il pianeta dell'estraniazione dell' uomo dalla Natura, è necessario che ognuno di noi, nel suo micrcosmo possa apprendere e riconoscere l'Infinito nel mondo dei sensi...Henry Beston ha affermato " Abbiamo bisogno di un altro, di un più saggio e forse più mistico concetto di animali" Potremo così riconoscere come un'esistenza vissuta tra casa/ufficio può stordire e imprigionare l'Anima nella "confort-zone" e nella ripetitività della esistenza.( Daniela Abravanel. I Guardiani del giardino).

 Tutto questo in un solo Archetipo: Arcano XI. La Forza.

Caro vecchio Eremita...

C'era un uomo che aveva paura della propria ombra e orrore delle proprie impronte. Così le sfuggiva correndo. Ma quante più volte alzava il piede, tanto più numerose erano le impronte che lasciava; e più in fretta scappava, meno l'Ombra l'abbandonava. Credendo di andare troppo piano, corse più svelto senza mai riposare, finchè, all'estremo delle forze, non morì. Egli non capiva che per far scomparire l'ombra bisogna rimanere nell'oscurità, che per fare cessare le impronte bisogna rimanere nella quiete. ( Chuang-tzu)
Chi è Eremita? Cosa sarebbe accaduto se l'uomo della storia lungo il suo cammino lo avesse incontrato? Chi di noi non ha mai fatto l'esperienza di un pensiero che ci insegue giorno e notte...pomeriggio e sera tanto da diventare un’ombra minacciosa e nera? E quale soluzione cerchiamo? Corrergli lontano. Mettere fra noi e lui più distanza possibile. Musica, film, telefonate, shopping...tutto pur di tenerlo lontano. Se ci sentiamo inseguiti da un Ombra, fuggire a gambe levate è ciò che ci viene naturale fare. Esattamente come l'uomo della storia. Ma, se, per caso, riuscissimo a incontrare il vecchio eremita la prima domanda che il buon vecchio ci farebbe sarebbe: " Chi è l'Ombra? L'hai guardata? Di chi sono le orme che ti inseguono?" A quel punto, stremati potremmo accettare di seguire la debole fiamma della sua lanterna ed accettare la chiave che ci porge. Quale porta apre quella chiave? E' una stanza del nostro cuore dove non serve essere bravi, intelligenti, colti, particolarmente buoni...serve solo stare fermi, in silenzio. Lì impariamo a stare soli o meglio ad accettare la compagnia di noi stessi. Questa stanza non è bella o brutta...ma Eremita ci mostra che è piena di possibilità. La luce di Eremita ci mostra tutte le innumerevoli sfumature di luce incontrate nei nostri giorni...ed ecco che, ad un tratto, in quel silenzio la nostra ombra è ferma, non ci insegue più. Semplicemente sta. Con Noi perché è noi. L'Ombra è una delle sfumature di luce che ci compongono, è una parte di noi. Piano, piano riconosciamo come nostre anche quelle impronte che ci inseguivano...e siamo pronti ad uscire di nuovo per andare oltre. Grazie, vecchio Eremita!