LO STRANO CASO DEL
DOTTOR JEKYLL E Mr. HYDE
Mt 5,13
Voi siete il sale della Terra;
ma se il sale perde il sapore con cosa lo si risalerà?
Personaggi
principali:
Dottor
Jekyll, gentile, disponibile, caritativo, benevolo. Dottore
e scienziato
Mr. Hyde,
malvagio, brutto, peloso, gelido. Basso, il solo vederlo suscitava terrore in
chi lo incontrava
Signor Utterson, cordiale, gentile con gli amici e
disponibile. Notaio, amico di Jekyll, è colui che investigherà sulla
personalità di Hyde
Dottor Lanyon, benevolo, cordiale. Amico del Dott.
Jekyll e di Utterson
Signor Enfield (cugino del signor Utterson).
Luogo Londra
Tempo: La storia narrata nel romanzo si svolge in un
arco di tempo lungo 15 mesi e sarà proprio il numero 15, quindi, a fornirci il
primo indizio, nella comprensione archetipale di questo racconto. Arcano XV
corrisponde al DIAVOLO. Ed ecco qui il Diavolo e sotto di lui 2 Diavoletti
incatenati. E se nel primo diavoletto potremmo riconoscere Jekyll stesso, nel
secondo, a fargli da specchio sarà facile riconoscere il suo Alter Ego Mr.
Hyde.
Se il Diavolo
parlasse cosa direbbe a Jekyll?
“Guardami bene...sono colui che può tenerti schiavo,
diviso da quella parte di te che non vuoi vedere oppure, potrei mostrarti dove,
in te, incontrare la tua vera Forza.”
Al Dottor Jekyll il Diavolo, Portatore di Luce, darà
15 mesi di tempo per trovare il coraggio di trasformare la propria vita
ricreando l’unità persa dentro di sé. La Tentazione del Diavolo per Jekyll,
purtroppo, si concretizzerà nel credere alla potenza occulta del suo sapere e
nell’ alchimia delle formule chimiche grazie alle quali Jekyll penserà di
essere simile a Dio e co-creatore della propria vita. Ma l’Alchimia mostrata
dalle corna di Cervo ostentate da Lucifero, nell’ immagine dell’Arcano XV, è
quella che porta a guardare con coraggio a quelle parti di noi che nascondiamo
e ad accettarle in quanto umane e fallibili.
Sarà quella accettazione, quell’abbraccio amoroso, la chiave, nascosta
nel cuore (non a caso il Diavolo poggia su un tamburo rosso che simboleggia il
cuore), per accedere alla libertà da ogni schiavitù.
Dietro un’apparente tranquillità, in Jekyll si cela
una incredibile sofferenza e sarà’ in questa ferita che andranno ad annidarsi
le tentazioni del Diavolo. Ma dove cercare questa sofferenza? Guardiamo
nuovamente questo Arcano: dietro ai 2 diavoletti possiamo contare 11 linee
nere. Ecco l’indizio che cercavamo: La ferita, il campo di battaglia, in cui si
giocherà questa partita, non può che essere Arcano XI
Chiediamo aiuto, quindi, all’ Arcano XI e alle sue
riduzioni ed espansioni per comprendere le energie sottese al percorso di
Jekyll. Porremo di fronte a noi quindi in questo ordine: GIUDIZIO,
FORZA,PAPESSA,FORZA
Racconta di sé Jekyll:
” Sono nato nell’anno 18.., erede di un grosso patrimonio,
dotato di ottime capacità, incline per natura alla laboriosità, desideroso del
rispetto dei buoni e dei saggi, e perciò, come era facile supporre, con tutte
le garanzie possibili di un futuro di onori e di fama. E davvero il mio peggior
difetto era una certa impaziente vivacità di temperamento, che può aver fatto
la felicità di molti, ma che trovavo difficile conciliare col desiderio
irresistibile di andare a testa alta e di tenere un comportamento estremamente
austero di fronte alla gente.”
In queste parole appare evidente che questa storia,
per noi prenderà il via con
ARCANO XX.
Ecco qui ben riconoscibile Jekyll, di spalle,
fuoriuscire, per metà, da un sarcofago. Guarda davanti a sé e vede, in primo
piano, tutto il suo mondo: la sua famiglia, i suoi insegnanti, i colleghi, gli
amici più cari come Utterson ed Enfield. Tutti loro gli avevano insegnato cosa
fare per diventare, nel corso degli anni, il buon Dottor Jekyll, uomo altruista
e filantropo da tutti stimato in città. Non sa bene come e perché, tuttavia,
Jekyll per la prima volta si accorge di essere con i piedi in un sarcofago e se
ne chiede il motivo. Come mai ha a disposizione, per sé, uno spazio così
angusto? Perché intorno a lui al posto delle note e trafficate vie londinesi,
ora, vede solo un deserto? Nel deserto, si sa, il silenzio domina sovrano. Solo il vento lo rompe. E nel vento ci sta
che arrivino, per il nostro Dottor Jekyll, echi di giudizi antichi che hanno
determinato la scelta delle strade percorse da un ragazzo che anelava
soprattutto ad ottenere “successi, onori e fama”. Ma il vento, improvvisamente,
cambia direzione e, ci sta che, a rompere quel silenzio, arrivi per Jekyll, una
musica mai ascoltata prima. Jekyll non sa da dove viene quel suono… ma lo avverte come un richiamo celestiale che
gli risuona con forza nel cuore. “Jekyll, hai onorato i tuoi genitori, hai
rispettato tutte le leggi che la società ti ha imposto…Ma hai ascoltato ed
obbedito alla legge del desiderio che abita in te? Se non lo hai fatto quel
sarcofago ti dice che sei vivo a metà…
più precisamente che non stai vivendo appieno la tua vita. Il senso
della vita, caro Dottore, è realizzare ed esprimere chi sei oltre il muro di
folla che delimita e condiziona tua vita!
La buona notizia- sussurra ancora quel vento- è che l’urgenza di sé
stessi è un fuoco sempre vivo che aspetta solo che tu vada a ravvivarlo dentro
di te.”
ARCANO XI
Rimuginando dentro di se le parole ascoltate, Jekyll
ripercorre mentalmente la sua vita e gli appare chiara la doppiezza con cui,
abilmente, aveva gestito i suoi giorni da una certo momento in poi.
“Di qui
ebbe origine l’abitudine a celare i miei piaceri, cosicché, quando raggiunsi
l’età della riflessione e cominciai a guardarmi intorno per rendermi conto dei
progressi fatti e della mia posizione nel mondo, mi trovai già coinvolto in una
radicata doppiezza di vita. Molti si sarebbero persino vantati di quelle
intemperanze di cui io mi sentivo colpevole, ma, dati gli alti fini che mi ero
proposto, le tenevo celate con un senso di vergogna quasi morboso .Fu quindi la
natura esigente delle mie aspirazioni, piuttosto che il carattere abbietto
delle mie mancanze, a fare di me quello che divenni e a separare in me, con un
solco più profondo di quanto avvenga nella maggioranza delle persone, quelle
sfere del bene e del male che compongono e insieme dividono la doppia natura
dell’uomo.
Proprio per questo ero indotto a meditare
profondamente e ostinatamente su quella dura legge della vita che sta alla base
della religione e che costituisce una delle più frequenti sorgenti di dolore.
Per quanto doppia fosse la mia natura, non ero assolutamente un ipocrita; i due
aspetti della mia personalità erano entrambi in buona fede; e io ero me stesso
sia quando abbandonavo ogni ritegno e sprofondavo nella vergogna, sia quando,
alla luce del giorno, mi adoperavo per promuovere il sapere o per portare
conforto al dolore e alla sofferenza. Accadde che l’orientamento dei miei studi
scientifici, interamente rivolti al mistico e al trascendentale, ne fosse
coinvolto e finisse per gettare una luce più intensa sulla consapevolezza di
una perenne lotta fra le due componenti. Giorno dopo giorno, con l’aiuto delle
due entità del mio spirito, quella morale e quella intellettuale, mi andai
sempre più avvicinando a quella verità la cui parziale scoperta mi ha
condannato a questa rovina totale, e cioè che l’uomo non è unico, ma duplice…
Mi sono reso conto che, se potevo legittimamente identificarmi sia con l’uno
che con l’altro dei due esseri che lottavano nel campo della mia coscienza, ciò
era dovuto al fatto che ero fondamentalmente entrambi”
Jekyll, ora, è conscio di “essere due” e che queste
due entità, che lo compongono, sono in lotta fra loro. Una rappresentava la
parte buona che Jekyll era felice di ostentare, l’altra era quella ignobile
che, invece tendeva a nascondere il più possibile. In Arcano XI La Forza,
l’immagine evidenzia benissimo tutto questo.
Tuttavia per meglio comprendere gli sviluppi della
storia del nostro Jekyll sarà utile scomporre il numero XI della FORZA in X+I
ed ottenere così gli Archetipi di RUOTA DI FORTUNA e di BAGATTO
Jekyll, dopo
questa scoperta, si sente bloccato. Si trova davanti ad una difficoltà che non
gli consente modificare nulla nella sua vita. Facciamoci guidare dall’Immagine
di Arcano X: In alto non troviamo più l’Angelo di Arcano XX, al suo posto una
Sfinge con una spada. La musica celestiale si è trasformata in un interrogativo
angosciante: “Guardati nello specchio della spada, chi sei? Chi impedisce alla
Ruota di fortuna di riprendere il suo giro? La ferma il coniglio o la scimmia?”
Difficile rispondere… Jekyll si riconosce nella scimmia ogni volta che,
indossata la maschera di Jekyll, accetta di vivere secondo le regole imposte
dalla società…e d’altronde quel coniglio gli somiglia tanto quando, per paura,
rinuncia a togliere la maschera dell’integerrimo dottore per consentire a sé
stesso un po’ più di leggerezza e sfogare, così, quella grande voglia di
spassarsela senza provare alcun senso di colpa. Come Bagatto, il nostro Dottore
si trova ad un bivio. Non ha ancora deciso se chiudere gli occhi e continuare a
vivere in quella sorta di “tempo immobile” continuando ad interpretare il ruolo
del buon Jekyll, o mettersi in gioco facendo cadere sia la paura di mostrarsi
per quello che è, sia la percezione di non poter curare quella lacerazione
interna che gli procura tanta inquietudine
Da molto tempo…accarezzavo l’idea della separazione di questi
elementi come un sogno a occhi aperti. Pensavo che se ciascuno di essi avesse
potuto essere collocato in un’entità separata, allora la vita si sarebbe
alleggerita di tutto ciò che è insopportabile: l’ingiusto avrebbe potuto
seguire la propria strada libero dai rimorsi e dalle aspirazioni del suo più
virtuoso gemello; e il giusto avrebbe potuto procedere tranquillo e sicuro nel
cammino verso il bene, compiendo le buone azioni in cui trovava conforto, senza
essere più esposto alle infamie e ai castighi di un compagno malvagio a lui del
tutto estraneo. Era la maledizione del genere umano che questi incongrui
elementi fossero così strettamente avviluppati... che nel grembo tormentato
della coscienza questi gemelli antitetici dovessero perennemente lottare. Che
fare, allora, per separarli?
Come Bagatto
Jekyll osserva sulla sua scrivania di medico e scienziato tutti i simboli del
suo sapere e con l’entusiasmo di un bambino comincia a ad accarezzare un sogno.
In Jekyll si fa strada l’idea che quello che lui avverte come “il bisogno di
spassarsela” sia, in realtà, l’espressione di un altro uguale a lui…un gemello
che vive in lui e che, ben nascosto ma a lui strettamente connesso, fa sentire
la sua presenza attraverso la voglia di una vita antagonista alle sua. Piano,
piano si fa strada nella sua mente l’idea che forse, fra tutti quelli
alambicchi, fra tutte quegli elementi chimici tante volte mescolati e spulciando
fra le formule inventate, lui, non riesca ad individuare un miscuglio che
separando l’integerrimo dottor Jekyll da quell’altro diverso da sé, riesca a
porre fine a quella lotta fratricida. Per Jekyll l’inferno è essere costretto a
vivere insieme a quel gemello, il paradiso sarebbe riuscire a separarli di modo
che ognuno di loro potesse esprimere liberamente la propria vita.
E Jekyll decide di “Dare vita” a questo ambizioso
progetto.
ARCANO II PAPESSA
Presa la decisione Bagatto/Jekyll deve trovare un
luogo in cui alimentare le sue speranze e veder crescere giorno dopo giorno il
suo proposito. Nel primo capitolo del libro, Saranno Uttershon ed Enfield, i
suoi amici più fidati, che passeggiando per una strada buia e secondaria di un
popoloso quartiere londinese ci condurranno davanti a un edificio dall’aspetto
sinistro. Qui una “strana e brutta
porta” attira l’attenzione di chi passa. A poco, a poco proseguendo nella
lettura del racconto, scopriremo che quella è la porta di ingresso del
laboratorio di chimica di Jekyll. Porta, “nascosta” dall’ingresso principale
del signorile edificio abitato da Jekyll che, invece, era stata costruita su di
una strada parallela molto curata ed illuminata.
La Papessa è l’Archetipo che ci parla di questo
laboratorio.
Il nostro Dottore, quindi, entra nel laboratorio
attraverso una strana e brutta porta situata alle spalle di quella da tutti
conosciuta come l’abitazione del Dottor Jekyll.
Bagatto, in una evidente similitudine, nel percorso del Bagatto, scivola
nel ventre di Papessa attraverso un foro/porta, visibile nell’Arcano I, alle
sue spalle. E se il laboratorio sarà il grembo in cui Jekyll riuscirà ad
assemblare alcuni elementi creando un miscuglio magico, Jekyll, assorbendo
l’energia di Papessa, attraversando memorie inconsce e strane emozioni e
sopportando dolori simili a quelli di un parto vedrà sé stesso dare alla luce
(rendere visibile nella materia) quel gemello nascosto dentro di sé.
E una maledetta
sera, a tarda ora, mescolai gli elementi, li osservai ribollire ed emettere
fumo nel bicchiere e, quando l’ebollizione ebbe termine, trangugiai la pozione
in un impeto di coraggio.
Sopravvennero gli spasimi più atroci: un
arrotarsi delle ossa, una nausea mortale, un orrore dello spirito che nemmeno
il momento della nascita o della morte può superare. Poi queste sofferenze
cominciarono rapidamente a diminuire e ritornai in me, come accade dopo una
malattia molto grave. Nelle mie sensazioni c’era qualcosa di strano… Mi sentivo
più giovane, più leggero e più felice nel corpo; dentro di me avvertivo
un’irrequietezza impetuosa… Fin dal primo respiro di questa nuova esistenza mi
resi conto di essere più malvagio, dieci volte più malvagio, di essere lo schiavo
del mio male originario. Stesi le braccia esultando alla novità di queste
sensazioni, e nel compiere il gesto mi resi improvvisamente conto che ero
diminuito di statura.
All’epoca non c’era uno specchio nel mio
studio…Attraversai il cortile…Scivolai furtivo lungo i corridoi, estraneo in
casa mia, e, arrivato in camera, vidi per la prima volta le sembianze di Edward
Hyde.
Avete mai pensato a
Papessa come ad un laboratorio? La parte 2 del nostro Mandala potrebbe
rappresentare il nostro laboratorio delle idee, e l’arcano che vi troviamo
potrebbe essere l’energia che siamo chiamati a “svelare”…l’energia su cui
lavorare. Io ad esempio ho Arcano VII (Il Carro)…ed è un laboratorio aperto,
ahimè. 24ore su 24!!! Ci avevate mai pensato? Se avete voglia di parlarne …vi
risponderò volentieri. A Domani per l’ultima parte del Romanzo di Stevenson. Se
avete voglia di commentare vi leggerò volentieri.
ARCANO XI LA FORZA
Come mostrato nell’immagine di questo Arcano, Jekyll
ed Edward Hyde, ora, sono uno di fronte all’altro. Jekyll poggia la mano sulla
bocca di Hyde. Pensa di avere la situazione sotto controllo. Solo con il suo
permesso Hyde sarà libero di uscire e dare libero sfogo ai suoi bisogni più
abietti.
Jekyll conosce
la malvagità che Hyde nutre nei confronti del mondo e sa che è pari alla forza
con cui lui ha sentito il dovere di reprimere qualsiasi desiderio non fosse
conforme alla immagine con cui si è mostrato al mondo. Se Hyde è l’animale che
agisce d’istinto, Jekyll è la maschera che nasconde e tiene a freno
quell’animale. Il potere che Jekyll
pensava di avere ben saldo nelle mani era quel miscuglio di elementi da lui
inventato, che funzionava anche da antidoto trasformandolo nuovamente nell’
integerrimo Dottore ogni volta che voleva. Accade però che Hyde acquisisca
sempre più potere cercando di prevaricare Jekyll e trasformandosi in Mr. Hyde
senza aver più bisogno del suo consenso.
Quello che spiegherà Jekyll nella sua lunga
confessione è che l’antidoto smette di funzionare…e non gli sarà più possibile
fabbricarne un altro dal momento che il sale, da lui usato era, casualmente, un
sale non “purissimo” e come tale non più reperibile.
Ma cosa rappresenta il SALE?
In Chimica il
Sale, insieme allo Zolfo ed al Mercurio, è un elemento primario. Simboleggia il
potere della piena coscienza: ciò che tiene in equilibrio lo Zolfo ed il
Mercurio, che sono il simbolo, a loro volta, del modo di pensare dei 2 emisferi
cerebrali. Se dovessimo usare una parola per definire il Sale…sarebbe
“Armonia”.
Se provassimo a
rileggere quello che accade in questa vicenda, utilizzando questi simboli,
dovremmo quindi asserire che quel Sale proprio perché impuro è riuscito a
dividere Jekyll da Hyde interrompendo però, per sempre, una qualsiasi
comunicazione fra loro.
Quando
Jekyll aveva diviso sé stesso dalla sua rabbia questa gli si era mostrata per
quello che era, un animale ferito. E come un animale ferito Hyde, sentendosi
messo alle strette si rivolterà contro Jekyll uccidendosi ed uccidendolo.
Jekyll
era Hyde ed Hyde era Jekyll. E per Jekyll, alla fine era diventato impossibile
contenere in sé tutta la violenza di Hyde. Stevenson conclude così questo
romanzo. Il regista del film del 1960, invece, immagina che Hyde colpito da un
colpo di pistola nel momento in cui muore ritorna ad avere l’aspetto di Jekyll.
Ma
per noi che amiamo interpretare gli Arcani, sarà interessante ascoltare cosa
Arcano XI
Avrebbe
detto al Dottor Jekyll e a Mr. Hyde.
“Se
vi foste fermati un attimo ad osservarvi più attentamente, avreste scoperto che
come Hyde non era Jekyll ma solo un suo pezzo, così Jekyll rappresentava
l’altro sé di Hyde senza per questo essere Hyde. Ognuno di voi era nell’altro
ed era l’altro. Guardate la lemniscata, indica il canale che mette in
comunicazione il visibile con l’invisibile. Guardato attentamente somiglia ad
un cervello ed ognuna delle 2 parti potrebbe essere uno degli emisferi. Lo
Zolfo e il Mercurio e il punto che li unisce …il Sale! Raggiungendo quel punto,
quindi, avreste trovato l’Armonia. (la musica di Arcano XX?) E’ quello il luogo Sacro in cui si incontrano
tutte le energie materiali e spirituali.
E avvicinandovi a quel punto stretti in un abbraccio vi sareste
specchiati in un qualcuno formato da Jekyll e da Hyde. Un gemello molto più
grande di voi, che vi avrebbe contenuti entrambi …conscio di essere tutti e
due! “
Ma
Stevenson non conduce Jekyll verso il lieto fine. Lo fa rimanere intrappolato
nella ricerca materiale del conflitto interiore, vittima di un sale impuro senza
mai fargli alzare lo sguardo verso la lemniscata, abbracciato alla sua ombra.
Se
qualcosa di questo mio lavoro ti ha colpito, lasciami un commento, lo leggerò
volentieri se hai qualche domanda sarò felice di rispondere…A presto con
un’altra Storia!
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