venerdì 30 ottobre 2020




 Billie Holiday Parte 2

Come la bimba nella favola entra nella casa della Signora, così Eleanore entra nel mondo dello spettacolo, sicura che grazie alla sua incredibile voce ed al suo nuovo amico, la vita diverrà, finalmente, più facile. Il nuovo nome è pronto e da ora in poi per tutti sarà Billie Holiday. Ma una foto sbiadita di lei a due anni la commuove. E così decide di portare con sé, in questa nuova vita quella bimba. Come? Nella foto la piccola ha un fiore bianco fra i capelli. Quel fiore, una gardenia, Billie, lo appunterà ad ogni esibizione fra i capelli. Ma le cose non sono come le aveva immaginate. Lo dice lei stessa nella canzone “Riffin The Scotch”: “Ho mollato il vecchio per il nuovo/ e adesso il nuovo mi ha spezzato il cuore/ sono saltata fuori dalla padella/ per finire nella brace”. Dal momento che era una persona di colore non le era permesso di andare al bar o nei ristoranti insieme a tutto il gruppo musicale, aspettando il suo turno per esibirsi doveva stare dietro le quinte o in angusti locali lontani dal luogo dove, poi, avrebbe cantato… assolutamente proibito, sedere sul palco accanto agli altri musicisti! (ricordate che la bimba nella favola a casa della Signora non poteva saltellare o parlare ma doveva solo stare buona e zitta?) La ricerca di un uomo che la ami e la protegga le fanno collezionare innumerevoli storie di abbandono e di violenza. Le propongono di girare un film con Louis Armstrong e le attribuiscono la parte di una serva. L’anima di Billie soffre e il canto, la musica non riescono sempre a placare la sua immensa fame di Amore. E’ in questo momento che incontra qualcuno, forse “un soldato dalla barba rossa” come nella favola, che le indica la strada degli stupefacenti. Billie cade nella trappola. Le droghe e l’Alcool sono come le scarpette rosse comperate nel negozio dalla bimba della fiaba, difficile liberarsi di loro. E Billie riprese a cantare, elemosinare amore ed assumere eroina e alcool fino al 17 luglio 1959 quando morì in un letto di ospedale piantonata dalla polizia che aveva trovato della droga nel suo appartamento. Aveva 44 anni. Guardiamo ora il Mandala di Billie Holiday. Arcano VI Innamorato la fa da padrone! Cupido per ben sei volte prova a richiamare l’attenzione di Billie su se stessa allontanandola da sogni ed abbracci illusori. Fra il padre che, senza guardarla, guida il carro e va via(P1) e la madre che girata di spalle sembra disinteressata alla sua vita (P2), il Diavolo è pronto a tenderle la sua trappola rendendola schiava di quel sentimento di rifiuto e di abbandono. Se guardiamo il raggio della Stella Epigenealogica che da P4 porta a P15 troviamo Imperatore, Diavolo, Imperatrice. Sembra di vedere Adamo ed Eva con al centro il diavolo. Sopra tutti in P12, il desiderio dell’anima: una Ruota, una presa di coscienza, il desiderio di scoprire se stessi oltre le paure e le corse dietro inutili illusioni. “Hai un dono, se lo usi scoprirai il divino che è in te” -suggerisce il Diavolo- “tu riesci a far cantare la tua anima, non ti identificare in quella bimba abbandonata!” Imperatore cerca di aiutare quell’Imperatrice a realizzare il suo sogno ma non riuscirà a saziare la sua fame d’Amore. Ed eccola allora accettare “la mela” del Diavolo: un mix di droghe e alcool. La Ruota nelle Radici (P11) e nel progetto dell’anima (p12) confermano quella ferita di abbandono e l’essere stata una innovatrice: La musica jazz dopo di lei non è stata più la stessa. Sotto troverete il link con l’ultimo disco inciso da Billie. La voce non è più la stessa ma, per magia, ancora di più riesce ad esprimere tutta la solitudine e il bisogno d’Amore della sua Anima. Nella prima canzone dell’Album dice: “Sono una sciocca a voler cercare un bacio che non è solo mio, a condividere un bacio che il Diavolo ha conosciuto…”Se vorrete commentare con me questo Mandala sarò contenta così come se vorrete raccontarmi le vostre considerazioni. A presto!

 Billie Holiday, Parte 1

In questi giorni ho ricevuto messaggi e telefonate da parte di persone che desideravano continuare a parlare della favola “Scarpette Rosse”. Allora, ho pensato di raccontare la vita di Billie Holiday, una “donna scarpette rosse”. Con l’aiuto dei Tarocchi e del Mandala Tarologico, andremo ad individuare gli Archetipi che Billie ha incontrato nella sua vita. Ricordo che il gruppo di Arcani che ci avevano aiutato nella comprensione della Fiaba sono stati: CARRO, DIAVOLO, INNAMORATO e CASA DIO.
Billie Holiday nasce a Filafdelfia il 7 Aprile 1915 dopo una notte d’amore fra Clarence Holiday suonatore di Banjo e la tredicenne Sadie Fagan. Sadie la riconobbe registrandola all’anagrafe con il nome di Eleanor Fagan. Eleanore non vide mai il padre, sempre in giro con orchestre itineranti, mentre la mamma, molto presto, la abbandonò nelle mani di una sua cugina, trasferendosi a New York. La sua infanzia fu piena di dolore e solitudine a causa dell’atteggiamento arcigno e crudele di questa zia. A dieci anni fu violentata, e, ancora bambina, decise di raggiungere la mamma a New York. Qui per sostenersi iniziò a prostituirsi in un bordello clandestino ad Harlem. Dopo poco Eleanore fu arrestata e condannata a 4 mesi di carcere. Una volta fuori di prigione cominciò a lavorare come ballerina. Ben presto, però, scoprì di avere un incredibile talento vocale e iniziò la sua carriera di cantante nei club di Harlem. Aveva 18 anni quando la notò Jhon Hammond, un artista con notevoli agganci e conoscenze nel mondo musicale, che le promise, se lo avesse seguito, fama, successo e ricchezza. A questo punto, Eleanore, decide di cambiare il suo nome scegliendo come cognome quello del padre, Holiday e per nome “Billie” che era il nome di un’attrice che adorava. Se raffrontiamo le vicissitudini di Eleanor con la fiaba, ci accorgiamo che anche Eleanore, dopo una infanzia violenta e difficile è riuscita a trovare le sue scarpette rosse. E per caso o per magia, scegliete voi, in un primo momento ha davvero pensato che un paio di scarpette da ballo avrebbero potuto portarla via da tanta violenza!!! Per Eleanor quelle scarpette erano, in realtà, una voce, un talento ancora oggi definito ciclopico. E come per la bimba della favola anche per lei arriva un ricco ed importante signore che, dopo averla sentita cantare, le promette un sicuro successo e le spalanca le porte su una vita che, probabilmente, Eleanore non aveva mai osato sognare. Eleanor decide di allontanarsi dal suo passato cambiando anche il suo nome. Guardiamo, ora, il Mandala di Eleanor Fargan e scopriamo presenti tutti gli Arcani che ci avevano guidato nella comprensione della Favola: INNAMORATO, CASA DIO, CARRO…manca il DIAVOLO che per il momento si limita a fare capolino dietro quel Carro in P1. La prima cosa che, sicuramente, colpisce sono le 4 FORZA presenti e la cosa più sorprendente è che guardano tutte a quell’Innamorato in Parte 10. Sembrano quasi indicare che la chiave per uscire da una vita così dura e violenta non può che essere una: Imparare ad amarsi, imparare a volersi bene. Casa Dio in Parte 3, secondo me, mostra il carcere in cui Eleanor è stata rinchiusa e la scoperta di una energia tutta sua da poter liberare una volta fuori, con il ballo prima e poi liberando quella voce che diverrà indimenticabile. L’imperatrice in sfida ci parla dell’arcigna zia mentre è incredibile come tutti gli Imperatori guardano verso una Imperatrice. Credo che ognuno di loro volesse donare la sua energia a quelle Imperatrici in modo da riuscire a sciogliere quel nodo in gola che impediva da generazioni al femminile dell’Albero di esprimersi. Imperatore ed Imperatrice, unione di Spirito(3) e Materia (4), i 2 cavalli che fanno muovere quel Carro(4+3=7) in P1. Qui si interrompe la vita di Eleanor e comincia quella di Billie Holyday. Nella seconda parte parleremo ancora di lei e scopriremo il suo nuovo Mandala. Chi vuole approfondire o trova nuovi spunti di riflessione in questo Mandala, può scrivere nei commenti. Sarò felice di parlare con voi. Sotto troverete il link per ascoltare la voce di Billie in una delle sue prime canzoni. Nel testo Billie dice: “Chi ha può andare avanti, tutti, mamma, papà possono andare avanti. Ma Dio benedica il bambino che tiene duro e se la cava da solo. Se hai soldi dietro la porta troverai molti amici, ma se non ne hai resti solo”

 Scarpette rosse parte 3

Arcano VII (Il Carro) Arcano XV (Il Diavolo)
Ma non appena le ebbe ai piedi subito si sentì sopraffatta dal desiderio di danzare. Danzò uscendo dalla stanza, e poi lungo le scale, prima una gavotta, poi una sarda e poi un valzer vertiginoso. La bambina era in estasi, e si accorse di essere nei guai solo quando volle girare a sinistra e le scarpe la costrinsero a girare a destra, e volle danzare in tondo e quelle la obbligarono a proseguire. E poi la portarono giù per la strada, attraverso i campi melmosi e nella foresta scura.
Appoggiato a un albero c'era il vecchio soldato dalla barba rossiccia, con il braccio al collo. "Oh che belle scarpette da ballo!" esclamò. Terrorizzata, la bambina cercò di sfilarsi le scarpe, ma più tirava e più quelle aderivano ai piedi. E così danzò e danzò sulle più alte colline e attraverso le valli, sotto la pioggia e sotto la neve e sotto la luce abbagliante del sole. Danzò nelle notti più nere e all'alba, danzò fino al tramonto. Ma era terribile: per lei non esisteva riposo. Danzò in un cimitero e là uno spirito pronunciò queste parole: "Danzerai con le tue scarpette rosse fino a che non diventerai come un fantasma, uno spettro, finché la pelle non penderà sulle ossa, finché di te non resteranno che visceri danzanti. Danzerai di porta in porta per tutti i villaggi, e busserai tre volte a ogni porta, e quando la gente ti vedrà, temerà per la sua vita". La bambina chiese pietà, ma prima che potesse insistere le scarpette rosse la trascinarono via. Danzò sui rovi, attraverso le correnti, sulle siepi, e danzando, danzando arrivò a casa, e c'erano persone in lutto. La vecchia signora era morta. Ma lei continuava a danzare. Entrò danzando nella foresta dove viveva il boia della città. E la mannaia appesa al muro prese a tremare sentendola avvicinare
"Per favore" pregò il boia mentre danzava sulla sua porta, "Per favore mi tagli le scarpe per liberarmi da questo tremendo fato". E con la mannaia il boia tagliò le cinghie delle scarpette rosse. Ma queste le restavano ai piedi. E lei lo pregò di tagliarle i piedi, perché così la sua vita non valeva nulla. Il boia allora le tagliò i piedi.
E le scarpette rosse con i piedi continuarono a danzare attraverso la foresta e sulla collina e oltre, fino a sparire alla vista. E ora la bambina era una povera storpia, e doveva farsi strada nel mondo andando a servizio da estranei, e mai più desiderò delle scarpette rosse.
Le scarpette Rosse, appena indossate trascinano la bimba in una danza spensierata che sarà tale fino al momento drammatico in cui capirà che è quel ballo senza riposo ad avere, ormai, il controllo della sua vita. Tutto questo non può che portarci a individuare in Arcano VII (Il Carro) l’Archetipo cui fare riferimento. In questo Arcano possiamo riconoscere la bimba sul Carro con lo sguardo fisso davanti a sé. Come accade in tutte le dipendenze, non riesce a pensare e a distogliere lo sguardo dall’oggetto del suo desiderio. Le quattro grosse colonne colorate, disegnate ai lati, le impediscono la visuale sia a destra che a sinistra e, cosa più importante, vediamo che la bimba non ha redini nelle mani per impartire qualsivoglia ordine ai cavalli. Continuando ad osservare questo Arcano notiamo anche che il cavallo di destra fa l’occhiolino a quello di sinistra in un atteggiamento che non può non ricordarci l’occhiolino del calzolaio della fiaba mentre l’altro non può che rappresentare il vecchio soldato che, toccando le suole delle scarpette conferisce loro il potere di trascinare la bimba sempre più lontana da sé stessa in balia solo della sua ossessione. “Opera del Diavolo!” avrebbe decretato mia nonna, ascoltando questa storia e stringendo con più forza fra le dita i grani del Rosario che aveva sempre con sé! Ed io avrei sorriso giudicando la sua interpretazione della favola frutto di una educazione bigotta. Oggi, però, che so che la complementare di Arcano VII (Il Carro) è Arcano XV (Il Diavolo) mi ritrovo a pensare che la mia cara nonna non avrebbe avuto tutti i torti! Ma che ruolo ha, allora, il Diavolo in questa storia? Enoch nella Bibbia ci dice:” Guarda il Diavolo da ogni lato e non da un lato solo come fai tu. Lo vedrai ritornare Dio.” Proviamo, allora, a guardarlo da tutti i lati. Se siamo vittime della paura di uscire dalla nostra gabbia, il Diavolo sarà dietro al nostro Carro e mostrandoci tutti i pericoli che potremmo incontrare non ci farà mai allontanare dalla nostra prigione. Da un altro punto di vista, se il Diavolo sarà al fianco del nostro Carro, potrebbe mostrarci che la fe-licità è sempre fuori da tutte le cose di cui diventiamo prigionieri e galoppando con noi potrebbe far-ci trovare la strada per ritrovare la capacità di creare una vita che ci somiglia. Ma nel comprendere che la felicità non è nella gabbia potremmo essere tentati di cercarla precipitandoci pericolosamente verso inutili paradisi artificiali. Se fosse così il Diavolo sarebbe davanti al nostro Carro e ne prende-rebbe il comando. Suonando il tamburo che ha sotto i piedi scandirebbe i tempi e il ritmo delle danze che inconsapevolmente ci troveremmo a ballare, come accade nella Favola. “A servizio di chi metti la tua vita? Scegli una vita di quieta disperazione o scegli di contribuire alla vita cercando di scrivere il tuo verso, unico ed irripetibile?” chiede quel Diavolo del professor Keating ai suoi ragazzi nel film “L’Attimo Fuggente”. In base alla risposta che daremo il Diavolo troverà il suo posto rispetto ad Ar-cano VII. La bimba, esausta, finisce col chiedere al boia di tagliarle i piedi restando storpia. Il mes-saggio nascosto è che la favola finisce, ma la nostra vita no e ci regala l’occasione per imparare a guidare il Carro di Arcano VII prestando attenzione a che il Diavolo galoppi al nostro fianco. Que-sto, probabilmente, vorrà dire tornare nel bosco della nostra infanzia e guardare la traiettoria della freccia di Cupido e scavando nel punto indicato dalla freccia, recuperare il nostro tesoro mimetizza-to in un rozzo paio di scarpette rosse. Ci accorgeremo che c’è una bimba a cui restituire le sue scar-pette rosse fatte di stracci e a cui dire, abbracciandola, che quelle scarpette sono bellissime!!! E’in salita la strada che ci porta a capire cosa simboleggiano nelle nostre vite le scarpette rosse ed è dolo-roso, una volta ritrovate, lasciarle andare per sempre, ma è necessario per tornare a essere capaci di crearne di nuove. La favola ci regala un altro indizio per capire dove trovare il senso della nostra os-sessione: La bimba danzando arriva in un cimitero ed incontra uno spirito. Anne Sextone ha scritto una poesia intitolata “Scarpette Rosse”
Sono nel cerchio, nella città morta, ed infilo scarpette rosse…Non sono mie
Sono di mia madre. Erano di sua madre.
Passate come un bene di famiglia
ma nascoste come lettere vergognose.
La casa e la strada cui appartengono sono nascoste
e tutte le donne sono anch’esse tutte nascoste!!
A chi nel nostro Albero Genealogico è stata rubata l’anima creatrice? Se mi rivedo in questa fiaba, forse ho scelto, in questa vita di imparare, a scegliere me stesso. Se la bimba della favola mi fa da specchio, forse ho preso l’impegno di imparare a guidare il Carro di Arcano VII, e ritrovando l’anima di una mia antenata a cui furono rubate le scarpette rosse la inviterò a salire sul mio Carro …rassicurandola che, questa volta non sarà necessario passare dalla casa del Boia!
Se studi il Mandala dove hai Arcano VII (Il carro) o Arcano XV (Il Diavolo)? Se ti sei rivista alla guida del Carro e ti va di raccontare la tua esperienza sarò felice di leggerti!