LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO- Parte 3
Avevamo lasciato Aurora ferita dal fuso…
Nella dimora di Malefica, intanto, il principe è tenuto
prigioniero in una cella.
Le fate, di nascosto entrano nel castello e liberando il
principe, gli raccontano tutto quello che è accaduto e lo incitano a correre a
salvare la sua amata.
Ma Malefica è molto
potente e Filippo non potrà pensare di vincere senza ricorrere all’aiuto della
Spada di Verità e dello Scudo di Virtù fornitogli dalle buone fate.
Filippo insieme a Flora,
Fauna e Serenella, riesce a fuggire dalla prigione, ma Malefica, decisa a che
nessuno arrivi dalla Principessa, chiama a raccolta tutte le forze del male e
comanda loro di far crescere, lungo la strada che porta al castello di Aurora,
una intricata foresta di spine.
“La sua tomba (di Filippo) sarà una foresta di rovi, folta ed
intricata che nessuno la scovi… ora va e porta nella tua spira l’orrenda forza
della mia Ira” comanda Malefica alle forze del male dalla torre più alta del
suo castello.
Ma la forza di un cuore innamorato e la spada di Verità riescono
ad aprirsi un varco fra tutte quelle spine e Malefica, sull’orlo di una crisi
di nervi, si trasforma in un gigantesco drago che si para davanti alla porta
del castello di Aurora.
Impossibile entrare.
Impossibile che Filippo riesca ad uccidere quel drago.
Saranno, infatti, le parole chiare e decise della fata Flora a
concludere il combattimento e a sconfiggere Malefica:
“Spada di verità vola
diritta, del male provoca la sconfitta!”
dice Flora mentre con la bacchetta magica traccia la traiettoria
lungo la quale la spada, con il suo carico di verità, riuscirà a conficcarsi
nel cuore del drago.
Il bacio di Filippo e
Aurora che si desta sancisce la fine della favola.
Come sappiamo se finisce una favola…la nostra vita continua, si
spera, arricchita dal dono che la favola aveva in serbo per noi. Provo a
condividere il mio.
La favola racconta la battaglia che ognuno di noi deve condurre
per allinearsi al desiderio dell’anima. Qui l’anima a cui riunirsi è Aurora.
Un avo si è sentito
estromesso dalla famiglia e aspetta che negli anni la sua maledizione si
perpetui.
Io nasco e l’eco di
quello sgarbo e di quella esclusione arriva fino a me portandomi la sensazione
che, per essere libero devo “nascondermi.”
Quale soluzione migliore
di cambiare il nome? Lo faccio o inconsapevolmente qualche familiare lo fa per
me…e per un po’ va meglio…ma poi la vecchia ferita torna a sanguinare con
perdita di energia, stanchezza, sonno.
La favola dice che
Malefica non si rassegna…dal suo castello controlla, aspetta e chiama a sé.
E’ questo il momento in
cui potrei cominciare a frugare nei racconti di famiglia, a togliere la polvere
da vecchie scatole di foto e mettermi sulle tracce di qualche avo di cui si
parla poco o niente e quando se ne parla si arrossisce e si cambia,
frettolosamente, discorso.
Malefica è lui o lei.
A questo punto dovrei
aver già compreso che cambiare nome non è la soluzione al problema…devo
affrontare Malefica! La favola mi racconta di un duello…Ma quel duello fra me e
Malefica dove si svolge? Su quale ramo dell’Albero devo cercare la mia foresta
di rovi?
L’indizio è nelle parole con cui Malefica descrive a Filippo la
foresta di spine: La foresta di Malefica è così folta ed intricata perché
contiene in sé tutto il rancore accumulato negli anni da Malefica.
Quella foresta in realtà
non è un luogo, ma è l’immagine riflessa di un dolore senza tempo e senza fine.
Avevamo indicato in Arcano VIII (Giustizia) l’archetipo di
Malefica. Ora che lo guardo più attentamente mi accorgo che c’è uno spazio fra
la mano che regge la spada e quella che regge la bilancia...Trovata!!! E’ qui
la foresta di spine!!!
La lotta è nel passare da una spada usata per giudicare e
giustiziare a quella Spada di Verità che la Fata Flora dona a Filippo e che
Temperanza (Complementare di Giustizia) è pronta a consegnarci, sempre.
Attraverso i racconti
qualche avo è stato etichettato come traditore, matto, una vergogna per la
famiglia?
Come in uno specchio,
attraverso la lama della spada di verità acquisiremo altri punti di vista e,
cosa più importante arriveremo a comprendere che tutto ciò che è accaduto
aspettava proprio noi, proprio in questo momento per portarci a comprendere chi
siamo e di cosa siamo capaci.
Come l’ira di Malefica
era rimasta intrappolata con lei fra le mura di un castello ormai in rovina,
così lo sconforto e il rancore di qualcuno, nel nostro Albero Genealogico,
aspetta solo di essere riconosciuto ed accarezzato.
Questa accoglienza, questa accettazione delle cose per ciò che
sono state e per quello che hanno prodotto nelle nostre vite, è una forma
potente d’Amore. L’unica capace di aprire un varco nelle foreste di spine oltre
le quali c’è quella porta sita vicino al cuore di Giustizia…proprio sotto la
sua bilancia, che, come fosse uno scudo di virtù, la protegge. Attraversandola potremo riabbracciare la
nostra Aurora, la nostra Anima.
Come Filippo, con il
suo bacio ad Aurora, rompe l’incantesimo nel Regno e tutti si svegliano…anche
noi potremmo donare un nuovo risveglio a chiunque nel nostro Albero.
Se studi il Mandala …Dove hai Giustizia? Questo per te potrebbe essere un
primo indizio per comprendere dove cercare la tua foresta di spine. La favola è
la storia di un tempo interrotto…hai una Giustizia nella tua linea del Tempo?
Se non lo studi… ho un’idea sul come accompagnarti a cercarla…
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