sabato 1 maggio 2021


 

LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO- Parte 3

Avevamo lasciato Aurora ferita dal fuso…

Nella dimora di Malefica, intanto, il principe è tenuto prigioniero in una cella.

Le fate, di nascosto entrano nel castello e liberando il principe, gli raccontano tutto quello che è accaduto e lo incitano a correre a salvare la sua amata.

 Ma Malefica è molto potente e Filippo non potrà pensare di vincere senza ricorrere all’aiuto della Spada di Verità e dello Scudo di Virtù fornitogli dalle buone fate.

 Filippo insieme a Flora, Fauna e Serenella, riesce a fuggire dalla prigione, ma Malefica, decisa a che nessuno arrivi dalla Principessa, chiama a raccolta tutte le forze del male e comanda loro di far crescere, lungo la strada che porta al castello di Aurora, una intricata foresta di spine.

“La sua tomba (di Filippo) sarà una foresta di rovi, folta ed intricata che nessuno la scovi… ora va e porta nella tua spira l’orrenda forza della mia Ira” comanda Malefica alle forze del male dalla torre più alta del suo castello.

Ma la forza di un cuore innamorato e la spada di Verità riescono ad aprirsi un varco fra tutte quelle spine e Malefica, sull’orlo di una crisi di nervi, si trasforma in un gigantesco drago che si para davanti alla porta del castello di Aurora.

 Impossibile entrare. Impossibile che Filippo riesca ad uccidere quel drago.

Saranno, infatti, le parole chiare e decise della fata Flora a concludere il combattimento e a sconfiggere Malefica:

 “Spada di verità vola diritta, del male provoca la sconfitta!”

dice Flora mentre con la bacchetta magica traccia la traiettoria lungo la quale la spada, con il suo carico di verità, riuscirà a conficcarsi nel cuore del drago.

 Il bacio di Filippo e Aurora che si desta sancisce la fine della favola.

Come sappiamo se finisce una favola…la nostra vita continua, si spera, arricchita dal dono che la favola aveva in serbo per noi. Provo a condividere il mio.

La favola racconta la battaglia che ognuno di noi deve condurre per allinearsi al desiderio dell’anima. Qui l’anima a cui riunirsi è Aurora.

 Un avo si è sentito estromesso dalla famiglia e aspetta che negli anni la sua maledizione si perpetui.

 Io nasco e l’eco di quello sgarbo e di quella esclusione arriva fino a me portandomi la sensazione che, per essere libero devo “nascondermi.”

  Quale soluzione migliore di cambiare il nome? Lo faccio o inconsapevolmente qualche familiare lo fa per me…e per un po’ va meglio…ma poi la vecchia ferita torna a sanguinare con perdita di energia, stanchezza, sonno.

 La favola dice che Malefica non si rassegna…dal suo castello controlla, aspetta e chiama a sé.

 E’ questo il momento in cui potrei cominciare a frugare nei racconti di famiglia, a togliere la polvere da vecchie scatole di foto e mettermi sulle tracce di qualche avo di cui si parla poco o niente e quando se ne parla si arrossisce e si cambia, frettolosamente, discorso.

 Malefica è lui o lei.

 A questo punto dovrei aver già compreso che cambiare nome non è la soluzione al problema…devo affrontare Malefica! La favola mi racconta di un duello…Ma quel duello fra me e Malefica dove si svolge? Su quale ramo dell’Albero devo cercare la mia foresta di rovi?

L’indizio è nelle parole con cui Malefica descrive a Filippo la foresta di spine: La foresta di Malefica è così folta ed intricata perché contiene in sé tutto il rancore accumulato negli anni da Malefica.

 Quella foresta in realtà non è un luogo, ma è l’immagine riflessa di un dolore senza tempo e senza fine.

Avevamo indicato in Arcano VIII (Giustizia) l’archetipo di Malefica. Ora che lo guardo più attentamente mi accorgo che c’è uno spazio fra la mano che regge la spada e quella che regge la bilancia...Trovata!!! E’ qui la foresta di spine!!!

La lotta è nel passare da una spada usata per giudicare e giustiziare a quella Spada di Verità che la Fata Flora dona a Filippo e che Temperanza (Complementare di Giustizia) è pronta a consegnarci, sempre.

 Attraverso i racconti qualche avo è stato etichettato come traditore, matto, una vergogna per la famiglia?

 Come in uno specchio, attraverso la lama della spada di verità acquisiremo altri punti di vista e, cosa più importante arriveremo a comprendere che tutto ciò che è accaduto aspettava proprio noi, proprio in questo momento per portarci a comprendere chi siamo e di cosa siamo capaci.

 Come l’ira di Malefica era rimasta intrappolata con lei fra le mura di un castello ormai in rovina, così lo sconforto e il rancore di qualcuno, nel nostro Albero Genealogico, aspetta solo di essere riconosciuto ed accarezzato.

Questa accoglienza, questa accettazione delle cose per ciò che sono state e per quello che hanno prodotto nelle nostre vite, è una forma potente d’Amore. L’unica capace di aprire un varco nelle foreste di spine oltre le quali c’è quella porta sita vicino al cuore di Giustizia…proprio sotto la sua bilancia, che, come fosse uno scudo di virtù, la protegge.  Attraversandola potremo riabbracciare la nostra Aurora, la nostra Anima.

Come Filippo, con il suo bacio ad Aurora, rompe l’incantesimo nel Regno e tutti si svegliano…anche noi potremmo donare un nuovo risveglio a chiunque nel nostro Albero.

Se studi il Mandala …Dove hai Giustizia? Questo per te potrebbe essere un primo indizio per comprendere dove cercare la tua foresta di spine. La favola è la storia di un tempo interrotto…hai una Giustizia nella tua linea del Tempo?

Se non lo studi… ho un’idea sul come accompagnarti a cercarla…

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LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO -Parte2

 Eravamo rimasti alla fatina buona che aveva mitigato l’effetto della terribile maledizione di Malefica. Ma tutto questo non riusciva a far stare tranquilli i genitori e le Fate per cui Flora, Fauna e Serenella, nel tentativo di nascondere Aurora a Malefica, la portano a vivere insieme a loro in una casa nel bosco e per essere più sicure che nessuno possa riferire a Malefica di averla conosciuta le cambiano anche nome: per tutti sarà Rosaspina.

 Nel frattempo Re Stefano ha fatto bruciare tutti gli arcolai presenti nel paese.

Gli anni passano e Rosaspina cresce colma di ogni bene, ignara di essere una Principessa ma il passare del tempo non scalfisce il dolore di Malefica.  Chiusa nel suo castello, colma di rabbia e rancore vive aspettando solo il momento per potersi vendicare.

 La vita, lo sappiamo, è sempre pronta a scompigliare tutto ciò che abbiamo organizzato cercando di prevenire qualsiasi imprevisto, e, a dispetto delle accortezze usate dalle Fate e da Re Stefano, il giorno del suo sedicesimo compleanno Rosaspina, casualmente, incontra il principe Filippo e senza sapere chi è si innamora, ricambiata da lui.

Tornata a casa, però, ha una brutta sorpresa: le tre buone Fate le svelano il segreto taciuto per 16 lunghi anni: Lei è la principessa Aurora, e fin da prima che nascesse era stata promessa in sposa, per ragioni di Stato, al Principe di un regno vicino. Va da sé che dovrà abbandonare il suo sogno d’amore e accettare di vivere la vita che il padre da tempo, ha deciso per lei.

“ La contadinella Rosaspina” altro non è che un trucco per sottarla alla maledizione di Malefica. Con la tristezza nel cuore, Rosaspina arriva al castello e attraversa le sale, apre porte, entra in luoghi sconosciuti, fino a salire su una vecchia torre come ipnotizzata da una strana luce verde. In una stanzetta della torre Rosaspina trova una donna che l’aspetta: Malefica!!!  Come se fosse la Ruota del Karma, così gira la ruota dell’unico arcolaio sfuggito alle guardie del re e nascosto con cura da Malefica… Rosaspina tocca il fuso e, come le parole scagliate con rabbia 16 anni prima avevano sancito accadesse, cade a terra addormentata. Insieme a lei sprofondano nel sonno i genitori e ogni abitante del castello e il Regno tutto. Perfino il fuoco del camino si spegne e la fontana smette di zampillare. Il tempo è interrotto, sospeso, da questo momento…per tutti

Continuiamo ad esaminare la Favola. Una bimba a cui i genitori avevano attribuito come nome Aurora diventa per tutti Rosaspina.

 Ma, come le parole incise nell’Aria non si possono cancellare, così i nomi creano il nostro spazio sacro e delineano la missione che la nostra Anima ha scelto di portare a compimento nella famiglia e nell’Albero Genealogico.

Se Aurora portava in sé il progetto di un “risveglio”,  Rosaspina proietta la Principessa verso un destino deciso da altri prima di lei, vittima di una spina (il fuso di un arcolaio) che la porterà a vivere una vita da dormiente…in un Regno (un albero genealogico) dove  tutti dormiranno come lei e ogni cosa sarà uguale per sempre. Cambiare il nome per sfuggire alle parole incise fra i rami dell’Albero Genealogico da un avo deluso, arrabbiato, escluso non serve. A mio avviso la voglia di dormire sostituirebbe la voglia di “fare”, “creare” dal momento che tutto lì fuori ci apparirebbe immobile. Le difficoltà incontrate nel corso dei giorni sarebbero, per chi rivive l’archetipo di Rosaspina, l’eco di un dolore inevitabile, di un qualcosa che potrebbe far male, pungere, ferire. La reazione? “Faccio prima io-dico-tanto so come va a finire” e senza aspettare di pungermi ancora…mi butto sul letto e dormo!!!

Guardiamo ora, la storia con gli occhi degli Arcani dei Tarocchi.  La Principessa si trova di fronte ad Arcano X ( Ruota di Fortuna).. La Sfinge ha in mano una spada. La sua forma ricorda un  fuso di arcolaio, glielo mostra e le pone la domanda: “Chi sei?”  La fanciulla sulla testa porta il peso di una corona che, fino a poche ore prima, non sapeva essere sua. Le hanno detto che Rosaspina era un trucco e che il suo vero nome è Aurora, ma quel nome è, per lei, privo di senso…. Cammina per le stanze di un palazzo che le hanno detto essere suo ma in cui si sente estranea. Rosaspina/Aurora non sa chi è. Non può rispondere alla domanda e la Sfinge, così, non può farla passare. La Ruota è bloccata. Il Tempo è interrotto. Il fuso la punge e lei come Arcano XII (Appeso) paga per colpe non sue .

A domani per l’ultima parte

La BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO Parte 1


 LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO- Parte 1

La bella Addormentata nel bosco è la fiaba del tempo interrotto, del tempo sospeso e annullato. La favola comincia con un’attesa: da anni Re Stefano e la Regina Leah attendono che si avveri il loro sogno: l’arrivo di un figlio.

 Così, ho pensato, che questa situazione poteva essere paragonata a quella di un Albero Genealogico che aspetta la nascita di qualcuno che porti luce in situazioni che hanno radici antiche e che si ripercuotono nella vita di discendenti inconsapevoli che sembrano dormire limitandosi a rivivere le stesse problematiche senza provare a liberarsi da quelle ripetizioni.

100 anni dormirà la Principessa Aurora…e Anne Anceline Schutzenberger, fondatrice della Psicogenealogia, sottolinea che gli anniversari dei 100 anni, sia a livello familiare che a livello storico sociale, sono quelli che possono portare a cambiamenti inattesi.

Ma riprendiamo a leggere la favola. Dopo tanta attesa nasce una bambina così bella da suggerire a Re Stefano e a sua moglie Leha, di chiamarla Aurora.

Aurora come la luce che arriva dopo il tempo buio e sospeso della notte. Il re e la regina, colmi di gioia, decidono di dare una grande festa. All’Evento parteciperanno anche le 3 buone fate Flora, Fauna e Serenella.

 Le fate cominciano a festeggiare la neonata con i loro doni quando all’improvviso, un brivido freddo attraversa la sala.

 È entrata Malefica, la fata cattiva che, offesa per non aver ricevuto l’invito alla festa proferirà queste parole:”la Principessa vivrà, sarà bellissima e amata da tutti… ma prima che il Sole tramonti nel giorno del suo sedicesimo compleanno ella si pungerà un dito con il fuso di un arcolaio e morrà”.

Fortunatamente la fata Serenella era rimasta in silenzio. Utilizzando l’ultimo dono a disposizione riuscirà ad attenuare la maledizione di Malefica, commutandola in cento anni di sonno. “Sia questo il più fulgido dei tuoi doni-dirà- che la speranza mai ti abbandoni.”

 Ciò che è stato detto non si può cancellare. Le parole sono ormai incise nell’aria. Viaggiano, nella favola, attraverso gli anni di Aurora e fra i rami dei nostri Alberi genealogici che riflettono questa trama, per portarle a compimento. Il tempo, si sa, si svolge e non torna indietro.

 Per cui, a questo punto della storia…C’è una persona offesa perché esclusa, c’è una neonata che porta su di sé il peso di un’ingiustizia subita da qualcuno e c’è una fata che tenta di portare speranza in una situazione davvero compromessa.

Quale Arcano rappresenta Malefica? Non ho dubbi. Arcano VIII (Giustizia). Sia che la si incontri in un Mandala o che faccia capolino in una stesa, i commenti sono sempre uguali: “Come è arrabbiata!!!” oppure” mi sta guardando malissimo” ed ancora “Mi vuole male quella li!!!” “La sento pesantissima nel cuore!”

 Dovunque si incontri Giustizia un brivido freddo attraversa la stanza proprio come nella favola. Per cui Malefica è lei. 

La Fata Serenella, invece, non potrà che essere Temperanza.

Nel libro Rosso di Simonetta Secchi la troviamo accomunata alla dea Mefitis. Colei che ha il potere di facilitare i passaggi. E’ lei che fa da tramite fra la vita e la morte, è il bruco che accetta di lasciare andare il passato per diventare farfalla.  E’ la morte che, in questa favola, si trasforma in un lungo sonno dal quale è possibile svegliarsi con un bacio d’amore. Entrando, cioè in comunicazione con il proprio cuore.