LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO- Parte 1
La bella Addormentata
nel bosco è la fiaba del tempo interrotto, del tempo sospeso e annullato. La
favola comincia con un’attesa: da anni Re Stefano e la Regina Leah attendono
che si avveri il loro sogno: l’arrivo di un figlio.
Così, ho pensato, che questa situazione poteva
essere paragonata a quella di un Albero Genealogico che aspetta la nascita di
qualcuno che porti luce in situazioni che hanno radici antiche e che si
ripercuotono nella vita di discendenti inconsapevoli che sembrano dormire
limitandosi a rivivere le stesse problematiche senza provare a liberarsi da
quelle ripetizioni.
100 anni dormirà la
Principessa Aurora…e Anne Anceline Schutzenberger, fondatrice della
Psicogenealogia, sottolinea che gli anniversari dei 100 anni, sia a livello
familiare che a livello storico sociale, sono quelli che possono portare a
cambiamenti inattesi.
Ma riprendiamo a
leggere la favola. Dopo tanta attesa nasce una bambina così bella da suggerire
a Re Stefano e a sua moglie Leha, di chiamarla Aurora.
Aurora come la luce
che arriva dopo il tempo buio e sospeso della notte. Il re e la regina, colmi
di gioia, decidono di dare una grande festa. All’Evento parteciperanno anche le
3 buone fate Flora, Fauna e Serenella.
Le fate cominciano a festeggiare la neonata
con i loro doni quando all’improvviso, un brivido freddo attraversa la sala.
È entrata Malefica, la fata cattiva che,
offesa per non aver ricevuto l’invito alla festa proferirà queste parole:”la
Principessa vivrà, sarà bellissima e amata da tutti… ma prima che il Sole
tramonti nel giorno del suo sedicesimo compleanno ella si pungerà un dito con
il fuso di un arcolaio e morrà”.
Fortunatamente la fata
Serenella era rimasta in silenzio. Utilizzando l’ultimo dono a disposizione
riuscirà ad attenuare la maledizione di Malefica, commutandola in cento anni di
sonno. “Sia questo il più fulgido dei tuoi doni-dirà- che la speranza mai ti
abbandoni.”
Ciò che è stato detto non si può cancellare.
Le parole sono ormai incise nell’aria. Viaggiano, nella favola, attraverso gli
anni di Aurora e fra i rami dei nostri Alberi genealogici che riflettono questa
trama, per portarle a compimento. Il tempo, si sa, si svolge e non torna
indietro.
Per cui, a questo punto della storia…C’è una
persona offesa perché esclusa, c’è una neonata che porta su di sé il peso di
un’ingiustizia subita da qualcuno e c’è una fata che tenta di portare speranza
in una situazione davvero compromessa.
Quale Arcano
rappresenta Malefica? Non ho dubbi. Arcano VIII (Giustizia). Sia che la si
incontri in un Mandala o che faccia capolino in una stesa, i commenti sono
sempre uguali: “Come è arrabbiata!!!” oppure” mi sta guardando malissimo” ed
ancora “Mi vuole male quella li!!!” “La sento pesantissima nel cuore!”
Dovunque si incontri Giustizia un brivido
freddo attraversa la stanza proprio come nella favola. Per cui Malefica è
lei.
La Fata Serenella,
invece, non potrà che essere Temperanza.
Nel libro Rosso di
Simonetta Secchi la troviamo accomunata alla dea Mefitis. Colei che ha il
potere di facilitare i passaggi. E’ lei che fa da tramite fra la vita e la
morte, è il bruco che accetta di lasciare andare il passato per diventare
farfalla. E’ la morte che, in questa
favola, si trasforma in un lungo sonno dal quale è possibile svegliarsi con un
bacio d’amore. Entrando, cioè in comunicazione con il proprio cuore.
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