martedì 10 dicembre 2019

Se Eremita e Senza nome non smettono di parlare!!!

Sono giornate strane. L’anno sta per finire e tu ti guardi intorno inquieta.
Persone che ti sono state vicine che avverti lontane.
Strade, portoni, bar, fontane, panorami… Fanno parte di te…e non lo fanno più. E non hai più voglia di tornarci.
Persone con cui condividevi un’idea e un progetto che ti sembrano ferme e tu anni luce distante
Arriva uno spot pubblicitario, un signore compra cose costose ed inutili facendoti capire che Natale è questo…E pensi che quell’immagine che voleva essere l’emblema della gioia, e della spensieratezza per te è molto triste…e che tu stai camminando in senso opposto. Che Natale per te è altro e non sei più disposto a NON vivere questa festa in maniera diversa da come la percepisci dentro.
 Ripensi al nipotino che aprendo lo scatolone con palle di natale con cui per 44 anni hai addobbato il tuo albero, quindi vecchie palle, forse fuori moda, con lo sguardo carico di meraviglia  dice “ ragazzi, qui c’è un mondo”. E pensi che quello è il tuo Natale! Che quella meraviglia sul volto di un bambino sono la sintesi perfetta di ciò in cui hai sempre creduto fosse il Natale.
 Apri un libro e ti arriva questa frase di Elena Bernabè:
“Ci vuole coraggio a chiudere i cicli.
A lasciare andare persone, progetti, lavori, case e città.
Ma non se ne può fare a meno.”
E comprendo che dal mio “altrove” qualcuno mi sta aiutando a capire. Prendo il mio Mandala e lo osservo.
Comprendo che a camminare con me in questi giorni ho 2 fidi compagni
 Eremita e Senza Nome
.Senza Nome P14 ed Eremita P4. Ed eccoli qui complementari in generale e complementari nel mio Mandala in questo anno che volge al termine. Una coppia perfetta a mia disposizione! E mi accorgo di tutto il loro chiacchiericcio di questi giorni.
Se esco fuori le strade della mia città sono bellissime! Per terra un tappeto di foglie gialle. Foglie morte…ma  io  ci vedo il messaggio che nuove foglie arriveranno al loro posto ad annunciare la Primavera.
Così per me. Non rinnego nulla, ma ho bisogno di andare avanti. Devo lasciare andare cose in cui non sono più. Sento forte questa spinta!
Appeso da P12 mi indica Innamorato in P11 e mi dice che è ora di sciogliere un altro laccio, di cambiare qualche vecchia abitudine.  In fondo è per imparare a fare questo che sono qui in questa vita. Appeso sa…ma Eremita non è ancora stanco di indagare.
Mi guardo allo specchio e la vecchia signora mi guarda orgogliosa di ogni sua singola ruga.
La gioventù è andata e vorrei suggerire ad Eremita di chiudere i cassetti dei ricordi. Perché continuare a rimestare? Poi mi vedo a rimestare nelle scatole delle stoffe quando faccio Patchwork mentre sono alla ricerca del pezzettino di stoffa perfetto per il mio progetto…e mi dico che Eremita in P4 non lo riuscirò a fermare mai…non si fermerà fino a quando non avrà trovato il pezzettino giusto ( sempre l’ultimo in fondo alla scatola!) e non avrà dato  il senso ad ogni ferita dell’anima e di ogni ruga sul mio volto
…Eppure Senza Nome avanza…e taglia…e trasforma tutto intorno a me …e me!!! Ed il prossimo anno sarà un anno Imperatore…nuovi progetti da immaginare e nuovi spazi  ormai vuoti da organizzare per rendere concrete le cose che ora sono me!

lunedì 11 novembre 2019

Il tesoro nascosto della Luna secondo Virginia Woolf


Le donne devono sempre ricordarsi chi sono, e di cosa sono capaci.
Non devono temere di attraversare gli sterminati campi dell’irrazionalità,
e neanche di rimanere sospese sulle stelle, di notte,
appoggiate al balcone del cielo.
Non devono aver paura del buio che inabissa le cose
,
perché quel buio libera una moltitudine di tesori.
Quel buio che loro, libere, scarmigliate e fiere,
conoscono come nessun uomo saprà mai."
V. Woolf



 Gruppo Imperatore, Luna, Eremita, Senza Nome, Matto
Non so se Virginia Woolf conoscesse le lame dei Tarocchi e non credo, comunque, fosse a conoscenza delle regole che fanno si che ogni Arcano sia inserito in un determinato gruppo.
E tuttavia leggere questi pochi versi rafforza l’idea di Jung che sosteneva che i 22 Arcani vivono in noi e che noi inconsapevolmente viviamo la loro energia e naturalmente ci troviamo a percorrere insieme lo stesso cammino.
Ho provato a leggere questi splendidi versi cercando gli arcani celati fra le parole.
 Imperatore sa chi è. E’ consapevole del suo potere e lo sa esercitare.  Tuttavia Imperatore non sa difendersi e così  le sue certezze svanire. Lo scenario cambia e le donne, secondo Virginia Woolf , possono ritrovarsi, a quel punto, calate nell’atmosfera della complementare di Imperatore cioè La Luna. E’ sua la notte. Sue le stelle a cui rimanere sospese.  Suo il dominio del non manifesto. Suo il buio che inabissa le cose note: le certezze dell’Imperatore.
Ma, con Eremita, non sarà difficile inabissarsi in quella oscurità. Sarà Senza Nome ad aprire la strada verso tesori lì celati. Nessuno, dice la Woolf, conosce quel buio come le donne. E nessuno come le donne conoscerà il valore di quel tesoro ritrovato: Essere libere, scarmigliate e fiere. Essere UNA, essere il Matto.



domenica 6 ottobre 2019

il Mandala di Cesare Pavese


Quando ho visto il Mandala di Cesare Pavese la prima cosa che mi è venuta in mente è il titolo di un suo Romanzo, l’ultimo: “La Luna e i Falò”. Poi analizzando la sua vita leggo che nella lettera al suo ultimo amore dice di volerle molto bene, “un falò di bene!”, e la sensazione iniziale inizia a prendere consistenza. Un Mandala, quello di Cesare Pavese che si gioca tutto con pochi Arcani: Eremita, Luna, Appeso, Innamorato e un Imperatore in P21…che è sempre Luna. E poi in P18, l’altra faccia della luna nel Mandala (e si ritorna alla luna), troviamo Papessa. Mentre in P19 lo aspetta in sfida una Imperatrice.  Cerca l’amore totalizzante di una Papessa nelle “donne Imperatrice” che incontra nel suo cammino. Donne forti, intellettuali che non riuscivano a condividere quel suo continuo cercare il senso delle cose dalla politica all’ amore. D’altronde con tutti quegli Eremiti sarebbe stato difficile per lui vivere in modo più superficiale! Ma espansione di Eremita è Luna ed ancora Arcano XVIII torna ad essere determinante nel suo Mandala. Appeso continua a suggerirgli di avere fiducia ma non ce la fa e gli rimane fissa l’idea della solitudine, di chi è destinato a soffrire. Innamorato in P13 guarda a Innamorato in P10 incitandolo a scegliere se stesso. Non possiamo, certo sapere quale shock è qui rappresentato…ma la freccia, si sa, parte da qui per arrivare fino a P10 ed il compito da individuare è chiaro: Non puoi trovare Amore se non lo provi prima per te stesso.  Eremita, con la sua lanterna non illumina la Luna, ma il riflesso nel mare, nell’acqua dove Pavese rimane intrappolato, come il gambero rosso, nella spasmodica ricerca di un amore terreno cercando in se stesso la causa dei suoi fallimenti amorosi[A1] . L’amore, sempre cercato e donato, diventa in lui, allora, illusione di tenerezza, pace, serenità…Pavese, come la piccola fiammiferaia brucia tutti i suoi fiammiferi sognando l’amore senza mai uscire fuori dal suo sogno. E come la Piccola Fiammiferaia trova conforto solo nella Morte. Alla fine l’amore cosa è? Si chiede.  La sua risposta è “cenere di un falò” …della cenere non rimane nulla…e quindi drammaticamente non è realtà. Come la luna nel mare illuminata da Eremita. Bisogna alzare lo sguardo e vedere davvero la Luna! I cani ululano quasi a volergli suggerire di guardare in alto. Inutilmente. Un’ultima coincidenza o forse Cesare Pavese lo sapeva dentro di se: Eremita è gli occhi di Senza Nome e la sua ultima poesia si chiama “Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi”. E lui è davvero e purtroppo tragicamente un Eremita. 

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venerdì 27 settembre 2019

Un Appeso in piedi sulla cattedra

Chi non ricorda il film "L'Attimo fuggente"?
Tutti abbiamo sognato di incontrare il professor John Keating!
 Da quando ho cominciato a studiare gli Arcani li scopro dappertutto.
 Così mi sono accorta che il celeberrimo Professor Keating altri non è che un meraviglioso Appeso.
Appeso è una Papessa che è diventata consapevole. Ha realizzato un risveglio di coscienza.
Tale risveglio nei Tarocchi è evidenziato dall'assunzione di una X: II+X=XII.
Papessa con questa nuova forza interiore si è trasformata in Appeso.
Ecco come Appeso ci parla attraverso la vita del Professor Keating.
Come Papessa, Keating, ha studiato il libro della vita di cui conosce ogni singola parola e come fa  Papessa lo offre ai sui alunni/figli.
Vediamo, però, in che modo insegna ad usarlo.
Dalla sua posizione, a testa in giù, porta i suoi alunni a sfogliare quel libro. Ci sono i volti, le storie di chi è vissuto prima. Le vite non sembrano diverse da quelle dei suoi alunni. Gli stessi occhi pieni di speranza: anche loro hanno sperato di realizzare i loro sogni... fino a che non è stato troppo tardi.  Ora, sono tutti morti o meglio, per come li percepisce Appeso, si sono trasformati in concime per i fiori.
 Ma, sostiene Keating/Appeso, se ci si accosta a quel libro, attraverso quelle vecchie pagine sull'onda di un sussurro  arriva il loro monito alle nuove generazioni: Carpe diem, cogli l'attimo! Ragazzi, rendete straordinarie le vostre vite... ORA!
Ma come si fa?
 Appeso/Keapling non ha dubbi
" Voglio che troviate il vostro modo di camminare, il vostro modo di essere, di passeggiare in ogni direzione,comunque vogliate,che sia sciocco o che sia fiero... sta a voi..."
Per scrivere sulla pagina vuota del libro di Papessa, Appeso sa che ognuno deve andare a cercare la propria scintilla .Bisogna combattere per trovare la propria voce . E quando si crede di sapere qualcosa... bisogna avere il coraggio di guardarla da un'altra prospettiva!
Il rischio se non lo si fa, è di restare intrappolati nelle regole di un libro,un manuale con tante regole scritte da altri ed arrivato fino all'ultima generazione.
" Molti uomini hanno vite di quieta disperazione. Non rassegnatevi a questo. Osate cambiare,cercate nuove direzioni"
E ancora...
 "Due strade trovai nel bosco e scelsi quella meno battuta;ed è per questo che sono diverso"
 Sappiamo, però, che i diversi non hanno mai vita facile e che l' Appeso rappresenta, nei Tarocchi, anche chi è pronto a sacrificarsi per gli altri o per un ideale.
Così nel finale del Film Keating è licenziato,il suo metodo di insegnamento non compreso e anzi considerato pericoloso. Mentre sta andando via,però, i suoi alunni lo chiamano "Capitano,mio capitano!" Perchè questo è diventato per loro, un Capitano che ha mostrato loro un nuovo modo di vivere e una volta imparata la lezione di Appeso non si può tornare indietro.
 Poco importa se per una volta il nostro Appeso invece che a testa in giù è salito in piedi sulla cattedra per insegnarla!!!






martedì 24 settembre 2019

Ho visto un Angelo nel marmo e ho scolpito fino a liberarlo!

" Ho visto un Angelo nel marmo e ho scolpito fino a liberarlo"
Questa frase è stata attribuita a Michelangelo Buonarroti ed io vi ho visto, scolpita dentro, l'azione di 3 Arcani. Appeso,Senza Nome e Temperanza. Caliamoci per un attimo nei panni di Michelangelo.
All'inizio Appeso apre l'artista ad una visione differente. Nel blocco di marmo sente che è racchiuso "qualcosa". C'è una forma  imprigionata nel blocco che gli chiede di essere liberata.
Ed ecco Senza Nome che, armato di scalpello, comincia ad eliminare pezzi di marmo che sono in più, non servono, nascondono e limitano  la vera essenza di quel blocco. Senza Nome,è cieco, per la sua azione non sevono gli occhi. Lo sa anche il Piccolo Principe che ci ricorda che " Non si vede che con il cuore: L'eessenziale è invisibile agli occhi..."
Ed ecco a poco a poco emergere dal Marmo l'Angelo di Temperanza pronta a guarire l'ansia dell'artista che aveva già visto l'Angelo dove gli altri non vedevano che un blocco di marmo.
Considerazione finale: Siamo gli artisti di noi stessi. Ogni lavoro su di noi ci porta a guardare la nostra vita da un altro punto di vista. Ad eliminare via via tutto quello che ci limita e a liberare l'Angelo racchiuso dentro di noi.




L'Angelo della foto e dello scultore Benjamin Victor.

mercoledì 18 settembre 2019

Il Mandala di Cenerentola





"Quando una donna decide di guarire se stessa, si trasforma in un'opera di amore e compassione che non guarisce solo se stessa, ma tutta la discendenza" Bert Hellinger
Leggere questo pensiero e pensare a Cenerentola è stato un attimo! Subito dopo ho deciso di provare a costruirmi il suo Mandala. Non sapevo cosa avrei trovato e a quali conclusioni sarei giunta, mi sono buttata nello studio affidandomi totalmente al Mandala, agli Arcani e ai significati che questi assumevano nelle posizioni che, mano a mano, andavano ad occupare. Più andavo avanti e più gli Arcani si svelavano e mi rendevano chiaro il senso della vita di Cenerentola. Un Fuoco Bagatto, un Appeso nell’Acqua …ed una Stella nell’Aria. Cenerentola deve trovare il modo di far ritrovare a quella Stella la sua voce. Ma procediamo con ordine Se analizziamo la linea del maschile, troviamo partendo da P11 Imperatrice, Stella, Papa, Bagatto e Eremita. Traducendo: In una famiglia senza Madre, una matrigna costringe Cenerentola in ginocchio davanti ad un focolare totalmente dimentica di essere alla pari delle altre sorelle. I desideri sono chiusi in fondo al cuore, incapace di esprimerli ad alta voce. Un Papa le indica il Bagatto in P1…solo abbracciandosi con il suo maschile potrà arrivare in P12 dove con Eremita potrà divenire guida per tutte quelle Stelle senza voce e disconnesse dal proprio desiderio.
 Passiamo ora alla linea dell’acqua. Logico, quasi scontato, trovare in P13 una Ruota. Luogo dello shock è, per Cenerentola, l’abbandono. Una sfinge lassù sembra chiedere a tutto il femminile di questo Albero “Conosci il tuo nome? Sai chi sei?” Ma della mamma di Cenerentola non si sa nulla e di Cenerentola si sa che ogni giorno continua a correre nella Ruota, ripetendo sempre le stesse cose: Lavare, rammendare, cucinare, spolverare… Cenerentola ancora non riesce a specchiarsi nella lama della Sfinge…eppure in P2 la mamma, secondo me le ha lasciato qualcosa di speciale : la capacità di osservare la realtà da un altro punto di vista…se cambio prospettiva, mi accorgo che posso andare anche io al ballo….e qui incontrare il Principe e magari essere riconosciuta per quello che sono. Sembra, però, che tutto complotti contro di lei… “Povera Cenerella, non riuscirà mai a finire in tempo le faccende!” Dice il topino Jack. E quando matrigna e sorellastre vanno al ballo lei resta sola, di nuovo sola, di nuovo abbandonata, Il dolore, lo shock vissuto in P13 e tenuto sepolto sotto la cenere esplode! E Cenerentola grida tutto il suo dolore e piange. Quel gran seminatore di Simboli che è Walt Disney a questo punto, ci fa ammirare una pioggia di stelle che scendono tutte intorno a Cenerentola materializzandosi nella sua madrina…la fata Smemorina! Ecco l’altra Cenerentola, quell’altra se stessa che conosce le formule magiche e possiede una bacchetta magica! La Fata Smemorina mostra ad una incredula Cenerentola che non sempre le cose sono come ci appaiono. Guardandosi intorno c’è tutto ciò serve… una Zucca, dei topini, un cane e un vecchio ronzino! Saranno le note del magico bidibibodibù della Fata Smemorina, a trasformare e a donare a Cenerentola una Carrozza, 4 splendidi cavalli, un cocchiere ed un lacchè. Per Ultimo l’abito per il ballo: “6 metri di velo colore del cielo…è tanto di moda quaggiù! Ci ho pensato un po’ su…ma vedrai che Bijou!” e Cenerentola si vedrà per quello che è sempre stata sotto la cenere: una donna bellissima, consapevole e padrona del suo fascino pronta per andare al ballo ed infatti ecco in P10 pronta per lei una sfavillante Carrozza. Non era una Zucca! Questo la nostra Cenerentola dovrà ricordarlo!!!!  Una sola raccomandazione: Ritorna a Mezzanotte, perchè l’incanto a quell’ora svanirà! Cenerentola balla con il suo Principe fino a Mezzanotte, poi fugge via dal Palazzo. Nella fuga ecco che perde una scarpetta…il Principe la insegue e le dice “Non ti lascerò andare via se prima non mi avrai detto il tuo nome” ma Cenerentola non può rispondergli. Corre via e, avendo perso una scarpetta zoppica, come, zoppicano tutti quelli che per qualche motivo sono stati in un “altrove” magico dove vivono e ci conducono, se lo vogliamo le nostre parti energetiche, siano geni delle lampade, cavalli alati, angeli o fatine. Zoppica anche perché, ormai ha rotto una maschera: nel cristallo della scarpetta Cenerentola ha visto un’altra se non più coperta di cenere. Cenerentola, quindi, non esiste più…ma ora, chi è? Ancora non lo sa. Incontrandosi e abbracciando la Fata Smemorina, ed ottenendo la sua benedizione, Cenerentola si è riunita all'energia della sua gemella "Smemorina" che aveva dimenticato di avere! Ora, però tutto quello che ha visto e vissuto di là, le ha lasciato "la Forza" di cambiare il suo destino, la sua vita di qua, nella sua realtà. E la mattina dopo, quella che vediamo vicina al fuoco, in cucina è una Cenerentola diversa... con uno strano luccichio negli occhi... ed una scarpetta di cristallo nella tasca del grembiule. Un espediente della Fata per ricordarle che il loro incontro è reale! La Lezione di P10 è chiara... se Cenerentola non dimenticherà più la sua bacchetta magica... ritroverà il suo Arcano Personale. Innamorato. Infatti sarà da una Torre (Casa di Dio) che Cenerentola dovrà liberarsi gridando a tutti in casa chi ora sa di essere: Sono io che ho l'altra scarpetta... Sono io la sposa del Principe! Il femminile non è solo una matrigna. E’ anche scoprire il lato creativo, capacità di pronunciare il proprio nome, sussurrare ai cavalli della carrozza  la via per arrivare alla Reggia. Ammettere che sono nata regina di me stessa e che da questo momento insegnerò a chi vorrà rispecchiarsi nella mia storia a guardare bene dentro di se, oltre lo strato di cenere.
 Il debito è pagato, la cenere è tolta, il ramo spezzato dell’albero è stato curato la Ruota gira e il femminile a ritrovato la sua voce.


22 IL MATTO

 IL MATTO. Sono nello spirituale e il cagnolino mi ricorda che mi è compagno nella materia.Spirituale e materiale si uniscono ed è Gioia!!!


Mi chiamo Paola sono nata a Taranto ma vivo a Siena. 
Il 3 Luglio 2015, mi sono iscritta alla pagina Fb del Mandala Tarologico Evolutivo di Simonetta Secchi. Ignoravo totalmente come con quel semplice atto (un clic su una icona per chiedere di essere ammessa al gruppo) stessi ponendo il primo passo verso un nuovo modo di conoscere me stessa ed il mondo che mi circonda. 
I tarocchi da sempre mi avevano affascinato e con Jodorowsky ero approdata ad una comprensione differente di quei simboli. Mai, però avrei pensato di imbattermi in un metodo con cui sarei riuscita a unire la mia vecchia passione per  le favole, i miti e i personaggi dei libri con gli Arcani.  
Con il Mandala ho scoperto che i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri Avi, lasciano in eredità problemi non risolti, cose non dette e nascoste per bene di modo che nessuno mai possa scoprirle. Quando questo accade, l’Albero registra il trauma e ammalandosi diventa la voce dell’antenato, dello scheletro “chiuso a chiave nell’armadio”. 
Il nostro compito, per vivere a pieno la nostra vita, sarà allora quello di trovare la sua storia e ridargli il suo posto all’interno dell’Albero. Mentre proseguivo nello studio del Mandala mi era sempre più evidente che  i nostri Mandala somigliavano a delle favole, e che noi camminavamo sulle orme di quei personaggi e contemporaneamente eravamo rappresentati dagli Arcani. 
Tutto porta alla comprensione di noi, della nostra storia. 
Davanti a me ogni ramo del Mandala si anima di Arcani e favole che raccontano Storie più o meno segrete ed io mi sento come Pollicino che cerca, con l’aiuto di chi mi sottopone il suo Mandala, di trovare i sassolini giusti, quelli che si illuminano nella notte per ritornare, tutti, a specchiarci con la nostra anima.