sabato 26 dicembre 2020

 


IL CANTO DI NATALE Parte 4

Fantasma del Natale Presente Terza Piramide Elemento Aria

 Maestro  ARCANO XXI Il Mondo

 Lo spirito è descritto dall'autore come un gigante dall'aria gioviale e allegra. Ha capelli riccioluti e scuri che gli scendono sulle spalle e una folta barba. Indossa una tunica legata da una grande cintura e regge in una mano una torcia fiammante che alza illuminando tutto intorno a sé. E’ circondato da rami di agrifoglio e ghirlande. Scrooge guardandolo negli occhi, gli dice:

“Spirito, portatemi dove vi piace. Prima sono andato fuori con i vostri fratelli ed ho imparato una lezione che già mi va lavorando dentro. Questa notte qui, se m'avete da insegnar qualche cosa, fate che io ne profitti.

— Afferrati alla mia veste! —risponde lo Spirito indicandogli la cintura a cui appendersi. (osserviamo che anche il Mondo ha il corpo circondato da un drappo che somiglia alla cintura del Fantasma di Scrooge). Il fantasma fa roteare la torcia e la stanza in cui si erano incontrati e l’intera casa, con tutto quello che vi era dentro, comincia a roteare su se stessa. Dopo poco il pavimento si apre e Scrooge si ritrova appeso alla cintura a dondolare nel vuoto. Mentre le strade di Londra scorrono sotto di lui.  “Guarda bene! Non sono tanti i mortali a cui è concessa una prospettiva celeste del mondo” gli risponde il Fantasma. Scrooge guarda i bimbi giocare, le persone che spalano ridendo la neve augurandosi buon Natale e tutto quel tintinnio di musiche ed i profumi che arrivano dalle pasticcerie. Coglie i colori di un mondo a cui non aveva mai prestato attenzione! Un sorriso gli appare sul volto: Quell’atmosfera è contagiosa… per la prima volta Scrooge lo ammette: gli piace!!! Ma, un secondo dopo lo spirito del Natale lo porta in un capannone dove tanta gente non ha da mangiare. Scrooge chiede come mai…e lo Spirito gli risponde con le stesse parole usate da Ebenezer solo il giorno prima a chi gli aveva chiesto un’elemosina: “Non è affare mio. Per i poveri ci sono ospedali ed ospizi” Scrooge riconoscendosi in quelle parole abbassa lo sguardo vergognandosi un po’. Eccolo in casa di Bob Cratchit, suo dipendente. Scrooge ha così l'opportunità di vedere che, anche se povero, lo sfruttato dipendente riesce a passare un allegro Natale assieme all'affettuosa famiglia. Il protagonista ha anche modo di vedere per la prima volta il piccolo Tim, uno dei figli di Bob, costretto a camminare con una stampella perché storpio. Vedendolo Scrooge, chiede allo spirito se il piccolo riuscirà a sopravvivere. Lo spirito, facendo una premonizione, annuncia che il bambino sarà destinato a morire a meno che qualcosa non cambi…Scrooge lo implora… ma il fantasma lo trascina via. Scrive Dickens: “Molto videro, molto andarono lontano, molte case visitarono, ma sempre con buon effetto. Lo Spirito stette al capezzale degl'infermi, e gl'infermi sorrisero; presso i pellegrini in terra straniera, e quelli sentirono vicino la patria. Nell'ospizio, nell'ospedale, nella prigione, in ogni rifugio della miseria, lo Spirito lasciò la sua benedizione e insegnò a Scrooge i suoi precetti d’amore.”  Come ultima tappa, Scrooge assiste al pranzo di Natale del Nipote Fred. Durante il pasto Il nipote critica più volte lo zio, deridendolo, anche per i suoi modi sgarbati e per il suo odio irrazionale nei confronti del Natale. Ed anche questa volta Scrooge rimane sconsolato a guardare una situazione cui non aveva mai prestato attenzione. Si avvicina la mezzanotte e Scrooge si accorge che i capelli dello spirito si stanno imbiancando. Lo spirito a mezzanotte morirà, poiché la sua vita dura solamente una notte. Prima di morire, lo spirito mostra al vecchio due bambini logori e aggressivi che nascondeva sotto il suo mantello. Spiega, poi, ad uno spaventatissimo Scrooge che i due bambini rappresentano l'ignoranza e la miseria e sono figli dell’uomo e con essi bisognerà rapportarsi per saperne prendere le distanze.  Scrooge chiede se è possibile fare qualcosa per chi è povero o malato ma lo Spirito come fosse uno specchio gli rimanda l’immagine di se stesso mentre solo qualche giorno prima aveva affermato con rabbia che malati, poveri e storpi è bene che muoiano perché sono parassiti della società.

 Ed allora con l’aiuto degli Arcani e del Mandala proviamo a leggere a “modo nostro” il messaggio del Natale Presente. Siamo, quindi, nella Terza Piramide ed il Maestro è Arcano XXI (Il Mondo). Nella storia Scrooge era nella sua casa, in mezzo a tutte le sue cose, quelle cose che rappresentavano la sua realtà…ed è proprio da li, dalla nostra realtà (P11), che Arcano XXI ci porterà in su “appesi” al suo drappo fino ad arrivare in P12, luogo in cui, l’Arcano che troviamo, sarà pronto a svelarci il desiderio della nostra Anima al momento di incarnarsi. Come Scrooge, nel romanzo, da lassù vede la vita che scorre nella sua città con le gioie e le sofferenze inevitabili, così noi da P12 riusciamo a comprendere l’Armonia sottesa fra i rami del nostro Albero. Scrooge, sbagliando, aveva pensato che la vita dei poveri e dei disadattati in città non fosse affare suo ed anche noi dobbiamo comprendere quanto in realtà siamo connessi a tutte le vite di chi ci ha preceduto e di chi verrà dopo di noi nel nostro Albero! “Il piccolo Tim potrà guarire- dice lo Spirito del Natale Passato- se qualcosa cambierà...” Ed anche a noi, se riusciremo a riconoscere le ripetizioni dell’Albero e a scenderne, sarà data la possibilità di guarire noi stessi e chi verrà dopo di noi. Nascosti sotto il Mantello dello Spirito del Natale Passato Scrooge scoprirà Ignoranza e Miseria e ne sarà spaventato.  Lo Spirito del Natale presente gli dice che sono insite nell’Uomo e sarà bene guardarle bene per prenderne le distanze. Nel Mandala rappresentano le storie violente, quelle che qualcuno ha deciso di chiudere a chiave in un armadio affinchè nessuno mai possa ritrovarle. Le troviamo in P13…Guardarle, da quella che Dickens chiama la prospettiva celeste, potrà regalarci il senso del nostro essere qui e ora. Sarà importante, allora, riconoscerle e con un abbraccio d’Amore, liberarle.

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