domenica 20 dicembre 2020

 


Se guardiamo l’immagine dei Tarocchi, per noi, Eremita è un vecchio con il saio, il bastone e la lanterna. Atteggiamento pensoso, per nulla incline al sorriso. Se mi guardo intorno, però, Eremita prende l’aspetto dell’amico che mi telefona e con cui passo ore al telefono esaminando persone e situazioni e cercando una strada per comprendere qualcosa che angustia ed andare avanti. Quasi sempre, alla fine della telefonata, Eremita o Ecate, al chiaro di Luna o a Mezzogiorno, ha individuato come procedere. In questo caso uno è Eremita e l’altro il suo bastone. La lezione è chiara: Eremita, per quanto sia un solitario ha bisogno di amici! A mio avviso è il bastone su cui si appoggia che lo aiuta a camminare e quel bastone che ci mostra l’Arcano VIIII è rosa carne…è una persona su cui poter contare quando gli occhi sono stanchi ed il passo è incerto. La nonna di Cappuccetto Rosso era malata ed era stata inghiottita dal lupo. Tutti sappiamo che la sua nipotina, di li a poco, finirà anche lei nella pancia del Lupo. Quello che non sappiamo cosa accadde quando tutte e due si ritrovarono in quel posto buio. Forse mangiarono i panini e la crostata che Cappuccetto aveva portato con se e che il Lupo in quanto vorace, sicuramente non aveva esitato ad inghiottire insieme a loro… o forse Cappuccetto avrà convinto la nonna a sorseggiare uno spritz mangiando qualche patatina fritta (Si va bè, fanno male…ma, ammettiamolo, fanno tanta allegria!) Una cosa è certa: avranno cominciato a chiacchierare come, sempre, fanno gli amici. E credo che quelle chiacchiere, quelle parole mescolate a qualche risata, piano piano si siano trasformate nel Cacciatore che squarcia il ventre del lupo mostrando quello che, quel ventre era in realtà: un problema ingombrante, un limite, uno spazio troppo stretto da cui venire fuori. L’amico/bastone mostra ad Eremita una sconcertante verità: Non tutti i problemi possono essere risolti, ma senz’altro possono essere superati. Come???? Terzani nella grotta sull’ Himalaya in cui si era isolato dal mondo per un po’ di tempo, fece questa scoperta e, come un amico, volle condividerla con tutti i suoi simili : “io trovo che ridere proprio ridere è una parte della guarigione. Infatti non a caso un’altra delle terapie che ho scoperto in India é la terapia del sorriso, del ridere. La mattina, in un parco vicino a casa, una delle cose che notai, a parte gli uomini che danno da mangiare alle formiche, cosa che mi sorprese moltissimo, c’era questo gruppo che dopo aver fatto un po’ di yoga, a un certo ordine alzarono le mani e ……ahahahahaha…. ahahahahaha …e quale modo migliore per cominciare una giornata che magari finisce in un ufficio ad aria condizionata. Per cui il consiglio che do a tutti è cominciar ridendo e finire ridendo, con una gran risata ahahahahaha…. ahahahahaha”. Evviva gli amici! parola di Eremita!!!

 

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