IL CANTO DI NATALE Parte5
QUARTA PIRAMIDE, Piramide del Fuoco Maestro Il MATTO
Lo spirito del Natale
presente si accascia al suolo ed al suo posto, da sotto al saio appare una
figura alta e maestosa. Ha un lungo mantello nero che gli copre interamente il
corpo. Dal mantello esce solo una mano scheletrica. Il fantasma terrorizza
molto Scrooge che, intimorito, nel momento in cui lo incontra, gli pone molte
domande. Lo spettro, però non risponde mai: sta in silenzio, solo a volte fa
dei cenni con la mano. E’ lento e greve e silenzioso, suggerisce
Dickens, l’incedere di questo Spirito, non parla, indica solamente qualcosa ed
avanza nel suo cammino. Non spiega, non consola e non ammonisce.
Il fantasma mostra a
Ebenezer una stanza dove giace un morto. Chi è quel morto? Scrooge non riesce
ad intuire di chi si tratti, poiché il cadavere è coperto da un lenzuolo. In
preda al terrore, subito dopo, si ritrova per la strada ed ascolta i commenti
dei passanti: nessuno si mostra addolorato per quel decesso. Stesso discorso
vale per un rigattiere e dei domestici che, sono interessati unicamente a
spartirsi oggetti ed indumenti appartenuti al defunto. L'azione, si sposta,
poi, in casa di due coniugi che si rallegrano per la morte dell'uomo con il
quale avevano un debito, e che concludono le loro esultazioni affermando che
colui a cui sarà trasferito il debito non potrà certamente essere più crudele
del predecessore.
Continuando il
viaggio, il Fantasma conduce Scrooge a casa di Bob Cratchit, il suo dipendente.
Quando era stato in quella casa con lo Spirito del Natale Presente, vi aveva trovato
pace, serenità ed allegria, ora,
invece, regna una grande tristezza: il
piccolo Tim è morto!
All’improvviso, si
ritrova in un cimitero. Lo Spirito gli indica a una lapide. L'anziano
protagonista esita… Poi riesce a vedere una data di nascita incisa ed un nome:
E’ il suo!!! …quindi è morto, e il morto che aveva visto su letto…era lui …!!!
Vede anche il nipote Fred che va a portare dei fiori sulla sua tomba, anche lui
come tutti gli altri non è molto dispiaciuto per la sua morte. Scrooge,
piangendo calde lacrime, si accorge che vicino alla sua c’è la tomba del piccolo
Tim. E ricorda la premonizione dello Spirito del Natale presente: “Se qualcosa
cambierà…Tim potrebbe non morire…” Improvvisamente quel vecchio ed arcigno
banchiere comincia a chiedere perdono a Dio e allo Spirito che lo ha portato
fino a lì. Una voragine tenta di risucchiarlo giù, ma riesce ad aggrapparsi
disperatamente ad una piccola radice. Giurando di cambiare, continua a chiedere
perdono, ma precipita giù in una profondissima buca. E’ un attimo e Scrooge si
accorge di essere, invece a casa sua, caduto nel suo letto…
Siamo nella quarta Piramide, nel
Fuoco. Lo Spirito descritto da Dickens somiglia in tutto ad Arcano XIII Senza
Nome. Cosa ci fa una Senza Nome, come Maestro, mentre ci aspettiamo Arcano
XXII, Matto?
Mettiamoli uno affianco all’altro: prima Senza Nome e a seguire il Matto.
Sembra che Senza Nome apra la strada e che, poi, cambiato abito e guarito dalla
cecità guarda felice davanti a sè proseguendo nel suo cammino! Nella Quarta
Piramide, il Mandala ci mostra le storie di cui ci siamo fatti carico al
momento di nascere. Le viviamo come ostacoli, punti deboli, somatizzazioni. La
buona notizia è che, se compresi, diventano punti di forza, cambiano la nostra
vita e guariscono l’Albero Genealogico. Tornando al “Canto di Natale”, Il primo
Fantasma ha mostrato a Scrooge il suo atteggiamento di estraneità al mondo che
lo circonda e che si è tradotto nel camminare a testa bassa senza guardare in
volto i suoi simili e nel ghigno cattivo che allontanava chiunque incontrasse. Il secondo Fantasma lo ha posto di fronte
alla responsabilità di aver chiuso in un cassetto ricordi ed emozioni e
congelato la sua capacità d’amare. Il terzo gli ha fatto vedere quanto la sua
vita fosse strettamente connessa a quella dei suoi simili e quanto poteva, lui
vecchio avaro, donare, invece, agli altri. L’ultimo fantasma gli ha offerto la
possibilità di poter assistere alla propria morte. Una visione che fa nascere
nel cuore di Scrooge il desiderio di cambiare e di mostrare, sotto il sole di
un incredibile mattino di Natale, che “qualcosa è cambiato.” Ma eravamo rimasti
a Scrooge che si era ritrovato seduto sul suo letto e questo Scrooge, davanti
al quale noi ci troviamo, ora somiglia tantissimo al nostro Matto.
Si, Arcano XIII, Senza nome, ha concluso la
sua missione: ha eliminato tutto quello che non aveva più senso di essere, e il
vecchio Ebenezer non esiste più. Ormai si è trasformato in…un Matto che può
riprendere il suo cammino ad un livello più alto di conoscenza.
Ascoltiamo come DICKENS ci descrive il nuovo
Scrooge:” le ombre delle cose avvenire possono essere scongiurate. E così
saranno. Lo so, eh altro se lo so!”- diceva. Si azzuffava intanto co' vestiti,
gli arrovesciava, se gl'infilava sottosopra, li lacerava, li perdeva, li
confondeva in ogni sorta di stravaganza— Non so che fare adesso; — esclamò
ridendo e piangendo insieme— Mi sento leggero come una piuma, felice come un
angelo, allegro come uno scolaro. Sono balordo come un ubriaco. Un allegro
Natale a tutti! un allegro capodanno al mondo intero! Olà! eh! olà! — Gli
Spiriti incontrati mi parleranno dentro. Benedetto sia il cielo e il giorno di
Natale! “
La storia dice che
Scrooge fece quanto aveva detto, e infinitamente di più; e in quanto a Tim, che
non morì niente affatto, gli fu come un secondo padre. Divenne così buon amico,
così buon padrone, così buon uomo, come se ne incontravano un tempo. Risero
alcuni di quel mutamento, ma egli li lasciava ridere e non vi badava; perché
sapeva bene che molte cose buone, su questo mondo, cominciano sempre col
muovere il riso in certa gente.
Il Canto di Natale finisce qui. Ebenezer Scrooge alla fine è riuscito a
seguire la Stella di cui gli aveva parlato il vecchio socio Marley. Sarà
arrivato, quindi in quella grotta … Secondo voi chi era il bambino appena nato
in quella notte magica e nei cui occhi Scrooge si è specchiato? Anche noi, come
Scrooge possiamo comprendere, crescere e cambiare. Buon Natale a tutti voi da
me.
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