mercoledì 27 maggio 2020

Caro vecchio Eremita...

C'era un uomo che aveva paura della propria ombra e orrore delle proprie impronte. Così le sfuggiva correndo. Ma quante più volte alzava il piede, tanto più numerose erano le impronte che lasciava; e più in fretta scappava, meno l'Ombra l'abbandonava. Credendo di andare troppo piano, corse più svelto senza mai riposare, finchè, all'estremo delle forze, non morì. Egli non capiva che per far scomparire l'ombra bisogna rimanere nell'oscurità, che per fare cessare le impronte bisogna rimanere nella quiete. ( Chuang-tzu)
Chi è Eremita? Cosa sarebbe accaduto se l'uomo della storia lungo il suo cammino lo avesse incontrato? Chi di noi non ha mai fatto l'esperienza di un pensiero che ci insegue giorno e notte...pomeriggio e sera tanto da diventare un’ombra minacciosa e nera? E quale soluzione cerchiamo? Corrergli lontano. Mettere fra noi e lui più distanza possibile. Musica, film, telefonate, shopping...tutto pur di tenerlo lontano. Se ci sentiamo inseguiti da un Ombra, fuggire a gambe levate è ciò che ci viene naturale fare. Esattamente come l'uomo della storia. Ma, se, per caso, riuscissimo a incontrare il vecchio eremita la prima domanda che il buon vecchio ci farebbe sarebbe: " Chi è l'Ombra? L'hai guardata? Di chi sono le orme che ti inseguono?" A quel punto, stremati potremmo accettare di seguire la debole fiamma della sua lanterna ed accettare la chiave che ci porge. Quale porta apre quella chiave? E' una stanza del nostro cuore dove non serve essere bravi, intelligenti, colti, particolarmente buoni...serve solo stare fermi, in silenzio. Lì impariamo a stare soli o meglio ad accettare la compagnia di noi stessi. Questa stanza non è bella o brutta...ma Eremita ci mostra che è piena di possibilità. La luce di Eremita ci mostra tutte le innumerevoli sfumature di luce incontrate nei nostri giorni...ed ecco che, ad un tratto, in quel silenzio la nostra ombra è ferma, non ci insegue più. Semplicemente sta. Con Noi perché è noi. L'Ombra è una delle sfumature di luce che ci compongono, è una parte di noi. Piano, piano riconosciamo come nostre anche quelle impronte che ci inseguivano...e siamo pronti ad uscire di nuovo per andare oltre. Grazie, vecchio Eremita!

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