venerdì 25 giugno 2021

 I 3 CAPELLI D'ORO Parte seconda

 Eremita, quindi, è giunto da vanti ad una casetta…


Dentro c’era una vecchia seduta vicino ad un fuoco ruggente, e gli corse accanto, lo raccolse nelle sue braccia e lo portò accanto al fuoco. Lo tenne tra le braccia come una madre tiene il suo bambino. Si sedette sulla sua sedia a dondolo e lo cullò. Eccoli, il povero fragile vecchio, un mucchietto di ossa, e la forte vecchia che lo cullava avanti e indietro. E lo cullò per tutta la notte, e verso l’alba era diventato un uomo molto più giovane, un bellissimo uomo dai capelli d’oro e dalle forti membra. E lei continuava a cullarlo.
Stava per spuntare l’alba, la vecchia si affrettò a stappare tre capelli dalla testa del bambino e le gettò sulle mattonelle, e cadendo produssero un suono cristallino.
E il bimbetto che teneva tra le braccia scivolò giù dal suo grembo e corse alla porta. Si voltò un attimo a guardare la vecchia, le sorrise di un sorriso luminosissimo, poi si volse e volò in cielo per diventare lo splendido sole del mattino

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La favola ci racconta che nella casetta c’era una vecchia che ti soccorre, ti prende in braccio, ti porta dentro accanto al fuoco e ti culla come fossi un bambino.

 La vecchia in questione è la “Senza Nome”. Nelle favole è chiamata la Donna scheletro o “colei che sa” o Baba Jaga o “ la Què Sabè “ o anche la vecchia di 2 milioni di anni.

Sedersi con lei accanto al fuoco è ciò che ci consentirà di ritrovare le forze dopo l’estenuante camminata nel bosco a contatto con tutte le nostre paure. Senza Nome ci culla tutta la notte. Il dondolio e la nenia che lei ci sussurra fanno si che l’energia, a poco, a poco torni a scorrere dentro di noi.

Ascoltiamo la sua nenia:

Lascia che le cose si rompano, smetti di sforzarti di tenerle incollate.

Lascia che le persone si arrabbino.

Lascia che ti critichino, la loro reazione non è un problema tuo.

Lascia che tutto crolli, e non ti preoccupare del dopo.

Dove andrò?

Che farò?

Nessuno si è mai perso per la via, nessuno è mai rimasto senza riparo.

Ciò che è destinato ad andarsene se ne andrà comunque.

Ciò che dovrà rimanere, rimarrà comunque.

Troppo sforzo, non è mai buon segno, troppo sforzo è segno di conflitto con l’Universo.

Relazioni

Lavori

Case

Amici e grandi amori.

Consegna tutto alla Terra e al Cielo, annaffia quando puoi, prega e danza ma poi lascia che sbocci ciò che deve e che le foglie secche si stacchino da sole.

Quel che se ne va, lascia sempre spazio a qualcosa di nuovo: sono le leggi universali.

E non pensare mai che non ci sia più nulla di bello per te, solo che devi smettere di trattenere quel che va lasciato andare.

Solo quando il tuo viaggio sarà terminato, allora finiranno le possibilità, ma fino a quel momento, lascia che tutto crolli, lascia andare. ( Claudia Crispolti)

 Quando la vecchia smette di cantare, fuori, sorge l’Alba.

 Contemporaneamente Il progetto che era così nebuloso, il blocco personale o creativo che ci aveva costretto a vagare stanchi e logori nel bosco, dentro di noi riprende vita.

La Vecchia continua a cullare…e al nostro risveglio ci sentiamo allegri come un bimbo senza pensieri. Come lui siamo impazienti di andare via, di dare inizio al nostro progetto fino ad ieri rimasto chiuso nel cassetto. Eccoci, siamo davanti allo specchio finalmente orgogliosi dell’immagine che vediamo riflessa … Quel volto, il nostro volto, sprizza energia da tutti i pori!!! Cominciamo a spazzolarci i capelli canticchiando una canzone…ma…dei capelli restano impigliati nella spazzola…ne cadono a terra 3…ci torna in mente la nenia di Senza Nome: “lascia che le foglie cadano…” e comprendi che quei 3 capelli sono il simbolo dei famosi rimuginii che prima ti hanno portano, a sentirti vecchio ed esausto…ma ora tu sai che buttarli via è la soluzione. Il tintinnio che fanno cadendo per terra è una sveglia per l’anima e l’avverte che dentro di noi si è fatto spazio per qualcosa di completamente nuovo che è pronto a nascere

 Senza Nome, Colei che sa, ci ha svelato il segreto del Ciclo Vita/Morte/Vita: Abbiamo attraversato il buio del bosco, ci siamo dati il tempo di riposare fino all’Aurora…e siamo pronti ad andare oltre, ormai in grado di risplendere anche noi come il nostro nuovo giorno.

Se guardi l’immagine degli Arcani postati sotto ti accorgerai che quel bimbo Felice dell’Arcano XVIIII “Il Sole” cavalca ora il cavallo su cui procedeva nell’Arcano XIII la vecchia, saggia Senza Nome!

Se ci pensate bene Arcano VIIII Eremita quando arriva a comprendere sé stesso, per rendere visibile questo suo passo in avanti, nel percorso del Bagatto, aggiunge una X al numero che lo contraddistingue, quindi

VIIII+X= XVIIII …diventa lui stesso “Il Sole”!

 


 

I TRE CAPELLI D'ORO Parte Prima

Una volta, una notte nera e profonda, una di quelle notti in cui la terra è nera e gli alberi paiono mani rugose e il cielo è di un blu profondo, un vecchio attraversava
barcollando un bosco, mezzo accecato dai rami degli alberi che gli graffiavano la faccia. In una mano teneva una piccola lanterna. La candela nella lanterna mandava una luce sempre più fioca. L’uomo aveva lunghi capelli gialli, denti gialli e unghie ricurve e gialle. Era tutto curvo, e la schiena era arrotolata come un sacco di farina. Era tanto segnato dalle rughe che la pelle pendeva a pieghe e falde dal mento, dalle ascelle e dalle anche.
Si afferrava a un albero e poi avanzava un poco, poi si afferrava a un altro albero e riprendeva il cammino, e così andava avanti nel bosco. Tutte le ossa dei piedi gli dolevano e bruciavano come fuoco. I gufi sugli alberi stridevano insieme alle sue giunture mentre si spingeva avanti nell’oscurità.

In lontananza si scorgeva una piccola luce tremolante, una casetta, un fuoco, un posto per riposare, e faticosamente si diresse verso quella piccola luce. Quando arrivò alla porta era così stanco, esausto, la piccola luce della lanterna si spense e il vecchio crollò contro la porta.

 

 

“Basta, non ne posso più…Sono stanca…mollo tutto, non fa per me” Quante volte abbiamo pronunciato queste parole?

Il progetto era chiaro ed avviato, gli appuntamenti fissati nell’Agenda…ma all’improvviso si avverte la sensazione che qualcosa dentro si è rotto. Il posto della persona attiva e determinata che eravamo è stato occupato da un qualcuno assolutamente privo di forza e coraggio. Quando siamo in una situazione così   l’unica cosa da fare è chiedere aiuto al vecchio EREMITA.

 

 

Eccolo qui Eremita, il cercatore di senso. Proviamo ad ascoltare le sue parole.

“Segui la luce della mia lanterna… A volte è necessario ritirarsi, allontanarsi.

Cercare di comprendere il perché del nostro stare male non prevede la scorciatoia di una serata con gli amici.  Non è nemmeno cercare di fare il vuoto intorno a noi per avere l’impressione di rientrare in possesso della nostra vita. Ciò che io ti propongo è di girovagare con me nel bosco buio e fitto del tuo inconscio alla ricerca della tua anima. Li vedi gli alberi? Sembrano spettri! I rami sembrano mani di scheletri che non ti consentono di procedere nel cammino. Dai la colpa ai gufi ed ai rami per la paura che provi…ma se usi la mia lanterna e li guarderai appariranno per quello che sono: Mostri creati dalle tue paure. Sono i blocchi che non ti consentono di proseguire nella strada che hai scelto per te… Dopo averli guardati bene torneranno ad essere quello che sono: Alberi e gufi. La strada del “conosci te stesso” non è facile.  Prevede coraggio. A volte fa saltare degli schemi, a volte fa fare un gran casino…perché si diventa chiari, diretti e scomodi… ma il tuo passo nel bosco diventerà sicuro: sarà appoggiandoti a quei mostri che piano piano arriverai a quella casetta che vedi poco distante.

 

Facendoti aiutare da Eremita, prova a guardare dentro di te

 

Quali sono le paure che rendono il tuo cammino pieno di ostacoli?

I Rami degli Alberi tentano di accecarti. Cosa non vuoi vedere?